Dal vuoto superfluido neurale, all’universo vivente

Vi ricordate quando ho parlato del sistema di collegamento tra i quanti di vuoto mio avviso costituito dal fenomeno che tra un quanto di vuoto e il successivo non vi può essere alcuno spazio?
Questo farebbe sì che un insieme di quanti di vuoto grandi quando la lunghezza di Planck é in grado di creare una sorta di filo inestensibile che può allungarsi praticamente all’infinito, in questo modo quando si applica una tensione ad uno dei capi, l’altro risponde istantaneamente.
Ebbene pare che questa mia ipotesi trovi riscontro proprio nelle osservazioni sulla materia oscura.
In pratica la materia oscura è stata osservata per la prima volta guardando la distribuzione dei filamenti delle galassie e notando che la parte centrale, a differenza di quanto si ci aspettava, non é più veloce di quella esterna, ma le parti interne di una galassia sembrano tenute assieme da filamenti che danno origine alle famose code a spirale, un pò come raggi di una ruota.
In altre parole la materia oscura sembra essere proprio quel filamento inestensibile lungo cui si aggrega la materia, ed è infatti proprio questo che la rende indirettamente visibile.
 
La cosa assai interessante e che sembra che questi filamenti siano quelli che organizzano la materia nell’universo secondo piste ben precise in altre parole costituiscono una sorta di strade all’interno di un circuito cittadino di una città.
 
Se davvero ho ragione e questo fenomeno è legato alla presenza di quelli che io chiamo “fili inestensibili”, essi corrispondono, in pratica alla mia prevista componente longitudinale della forza di gravità, nelle equazioni da me estese e simmetrizzate di Maxwell
Il motivo per cui questi fili di materia oscura non sono rilevabili da emissione di onde elettromagnetiche è dovuto al fatto che sono una componente puramente gravitazionale di tipo nuovo che non consente la propagazione di onde elettromagnetiche, essendo di fatto una sorta di filo rigido cui corrisponde una non locale e quindi istantanea di “forza di trazione”.
Volendo fare un esempio immaginate un filo di acciaio talmente duro da non potersi allungare se sottoposto a trrazione. Immaginate che sia lungo da qui alla costellazione di Andromeda e che sia tenuto teso.
A questo punto collegate un capo ad una campanella e l’altro, quello sulla tera, lo tirate .
Quello che accade è che si otterrebbe una istantanea azione di movimento sulla campanella posta su Andromeda.e quindi un ipotetico segnale meccanico che viaggia ad una velocità infinita.
 
Questo rende conto di come potrebbe funzionare la forza di trazione collegato a questa forza ipotetica.
 
Ora torniamo alla mia teoria del vuoto superfluido neurale di cui ho più volte parlato.
Sinteticamente esso é costituito da particelle grandi quanto la lunghezza di Planck, di tipo polare che sono, quindi, i descrivibili attraverso un modello matematico detto a Vetri di Spin. Questo modello é una estensione del modello neurale di Hopfield e di conseguenza se ne deriva che le “Particelle” di vuoto hanno il comportamento di una rete intrinsecamente neurale.
 
Immaginate una di queste particelle polari in cui i due dipoli sono materia e antimateria.
 
Immaginate anche che tra due dipoli affiancati non possa esistere alcuno spazio.
 
La presenza di questa forza di trazione farebbe sì che il polo fatto di materia aderisca a quello fatto di antimateria senza però dare vita al fenomeno di annichilazione grazie al fatto che questa particolare lunghezza è la più piccola che si possa pensare e di conseguenza non consente un ulteriore avvicinamento ed una compenetrazione tra il polo di antimateria è quello di materia.
 
Sì verrebbe così a creare la più grande forza nell’universo che può tenere insieme questi dipoli in modo da renderli indivisibili.
La forza tensionale che ho descritto, tenderebbe a fare allineare questi dipoli a formare una serie di fili paralleli inestensibili di lunghezza praticamente infinita. Qualcosa di simile ai polimeri di tubulina in biochimica (non per nulla i polimeti di tubulina, nel modello di Hameroff e Penrose, sono dipoli con comportamento neurale).
 
È proprio questo il tipo di fili che sembra formarsi nell’universo è che vengono rilevati grazie al fatto che attorno ad essi si “aggrappa” la materia.
 
Questi fili fungono, in qualche modo da sistema di comunicazione ,nell’universo (esistono lavori che ipotizzano che la materia oscura origini i fenomeni di entanglement) e consentono il trasferimento di informazioni istantanee, ma questo punto si spiega anche perchè che la materia si aggrega proprio lungo questi fili.
 
Se ho ragione quindi, nè la gravità nè nessuna teoria al momento esistente compresa quella del vuoto superfluido, da sola, può contenere la materia oscura.
Essa potrebbe essere connessa proprio alla componente gravitazionale torsionale del tipo che é previsto dalle equazioni di Maxwel che ho simmetrizzato, ed sarebbe una forza del tutto nuova cui é connessa una energia del tutto nuova che ha effetti gravitazionali, ma che da anche origine di tutti i fenomeni i quantitatistici compreso l’entanglement. E’ una forza legata alla gravita che ha effetti gravitazionali senza materia ma e’ anche una serie di piste nel vuoto che consentono una propagazione istantanea di informazioni di tipo meccanico e quantistico, ma non elettromagnetico.
 
In pratica consente l’aggregazione e mutazione della materia e funge da tela su cui la materia nell’ universo si organizza.
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Sabato Scala, Ingegnere elettronico e ricercatore indipendente, ha elaborato e sperimentato nuove teorie e modelli matematici nei campi della Fisica dell’Elettromagnetismo, delle Teorie dell’Unificazione, dei modelli di simulazione neurale. In quest’ultimo ambito ha condotto ricerche e proposto una personale teoria dei processi cognitivi e immaginativi suggerendo, sulla base della teoria di Fisico tedesco Burkhard Heim e del paradigma olografico prima, e della fisica del vuoto superfluido negli ultimi anni, la possibilità di adozione del suo nuovo modello neurale per la rappresentazione di qualunque processo fisico classico o quantistico