Huqoq: mosaici di una sinagoga gnostica giudeo-cristiana?

In tre giorni di giona nel mosaico della sinagoga di Huqoq

Gli scavi condotti dall’archeologo Dr. Jodi Magness della University of North Carolina di Chapel Hill dal 2011 presso la sinagoga di Huqoq in Galilea non smettono di restituire testimonianze di estremo interesse e straordinari mosaici. E’ il caso dell’ultimo portato alla luce in cui sembra tornare il tema della resurrezione nella metafora dei Tre Giorni di Giona.

Nel mosaico si nota il profeta Giona che ciondola fuori dalla bocca di una serie di tre pesci che si mangiano mutuamente sotto lo sguardo di quelle che sembrano tre arpie mitologiche che suonano, forse usate per simboleggiare i venti.

Il mosaico appare, inoltre, costellato da animali dall’aspetto realistico, tra cui cavalli, asini, orsi, cammelli, leopardi, leoni, serpenti, pecore, volpi e struzzi, oltre a dozzine di pesci e altre creature marine tra cui un delfino e un polpo tentacolato.

Le scene che questa particolare sinagoga ha già restituito variano da storie religiose note come la già citata leggenda di Giona e la balena, la costruzione della torre di Babele, l’Arca di Noè, immagini dei soldati del faraone che vengono spazzati via dal Mar Rosso e inghiottiti da dozzine di pesci, fino ad uno zodiaco pagano al centro del pavimento che accomuna questa a numerose altre sinagoghe rinvenute negli scavi condotti in queste zone, risalenti a primi cinque secoli dopo la nascita di Cristo.

Qui di seguito, ad esempio, l’immagine mostra il pannello recante l’arca di Noè, sulla destra in alto, insieme a coppie di animali:

Nella immagine seguente, invece, si nota l’episodio del Mar Rosso e un pesce che ingoia un sodato egiziano.

Ancora, nel pannello, qui di sequito mostrato, é raffigurata la Torre di Babele che viene costruita utilizzando un’ampia varietà di meccanismi e pulegge. Viene, inoltte, illustrato il conflitto sorto con la sua costruzione in seguito alla “confuzione delle lingue”, raffigurato con combattimenti che scoppiano, in secondo piano, tra persone dal diverso colore della pelle, vestite con abiti diversi e che adottano varie acconciature.

Peraltro é interessante notare che nella rapresentazione musiva della sinagoga, sembra vi sia riportato anche un elemento extrabibilico che potrebbe essere una scena puramente storica in cui appaiono alcuni elefanti muniti di corazza e un esercito con in gruppi individui, uno con armatura e l’altro in vesti bianche, di cui uno che potrebbe essere Alessandro Magno.

Una interpretazione alternativa, invece, é che la rappresentazione potrebbe riferisti all’episodio biblico della alleanza militare tra il Seleucidi e il sommo sacerdote Giovanni Ircano re degli Asmonei.

Io suggerisco, però, anche un ulteriore episodio narrato nel secondo libro dei Maccabei, l’episodio della cacciata del legittimo Sommo Sacerdote Onia III che, secondo Flavio, trovò rifugio in Egitto dove re Tolomeo gli concesse un terreno nel territorio di Eliopoli, su cui Onia edificò un tempio antagonista a quello di Gerusalemme.

Non mancano altri rilevanti episodi bibblici come Sansone che porta sulle spalle la porta di Gaza qui di seguito illustrata

Il problema della datazione

La sinagoga é datata da alcuni al II-III secolo d.C. mentre secondo altri, tra cui lo stesso Magness, potrebbe risalire al V secolo.

La questione della datazione é tutt’altro che marginale come lo stesso Jodi Magness fa notare:

“Ho trascorso gli ultimi 20 anni raccogliendo resconti archeologici, tra cui quelli di Cafarnao, argomentando i motivi per cui, a mio avviso, gli archeologi hanno interpetrato male le prove (a sostegno delle datazioni delle sinagoghe)”, basandosi sulla loro architettura.

La differenza tra l’ipotizzare che, questi edifici monumentali sono stati costruiti durante il dominio romano pagano o, invece, durante l’impero bizantino cristiano, é essenziale e le implicazioni sono pesanti indicandoci lo stato delle comunità ebraiche durante i due diversi periodi.

“Molti studiosi pensano che gli ebrei abbiano sofferto di persecuzioni [durante l’era bizantina], ma se davvero stanno stavano costruendo queste enormi sinagoghe, questo non sembra possibile” fa notare Magness.

E’ proprio sulla base di questi dubbi che Magness cominciò a dare la caccia ad una sinagoga che non avesse subito precedenti scavi archeologici per poter effettuare le prorie analisi. La scelta di scavare a Huqoq nel 2011, fu chiaramente legata alla possibilità di effettuare scavi su di una sinagoga incontaminata e, quindi, poter analizzare metodicamente gli artefatti rinvenuti.

Una sinagoga giudeo cristiano gnostica?

A nostro avviso, invece, la possibilità che queste sinagoghe si siano sviluppate sotto il dominio romano o, invece, nei primi anni del dominio bizantino non muta di molto la sostanza se, però, si suppone che le comunità che le avevano fondate non erano semplicemente ebraiche, ma giudeo-cristiane ed in particolare gnostico-giudeo cristiane.

Tali gruppi di ebrei, infatti, ebbero un trattamento di riguardo da parte dei romank, poiché non si schierarono con i ribelli durante le grandi rivolte in Giudea. Fu, infatti, loro consentito persino di ristabilire a Gerusalemme.

Forse proprio questo ultimo mosaico può fornire interessanti indizzi in questo senso.

Va ricordato che temi come quello di Giona, sono tipicamente legati alle prime comunità cristiane.

Il richiamo ai tre giorni della Resurrezione, citati nella famosa profezia con cui Gesù preannunciò la Passione, ci sembrano, nella rappresentazione, abbastanza evidenti proprio nella sequenza dei tre pesci che mangiano Giona, ed alimentano il sospetto che questa sia una di quelle sinagoghe giudeo-cristiane gnostiche che, a mii avviso, costellano la giudea e che, fino ad oggi, sono state ritenute semplicemente sinagoghe giudaiche, seppure anomale.

E’, infatti, noto che la rappresentazione della forma umana é vietata dai dettami bibblici, tanto più se si tratta di luoghi sacri come le sinagoge. Questo dettame viene, invece, violato sistematicamente nei mosaici e negli affreschi di svariati edifici costruiti tra il II ed il VI secolo riconosciuti come sinagoghe.

Ancor più paradossale é la presenza assai frequente, nelle sinagoge di questo periodo (come accade anche per Huqoq), di raffigurazioni di chiara provenienza pagana, come lo zodiaco, o il carro del sole e della luna che alimentano i dubbi sulla possibilità che si tratti davvero di sinagoghe giudaiche.

Nella immagine, ad esempio, vediamo, estratto dallo zodiaco del mosaico di Huqoq, il mese di Tevhet (dicembre-gennaio) raffigurato insieme ad segno zodiacale del Capricorno:

Tutto questo senza considerare che lo zodiaco può facilmente riferirsi a Gesú rappresentato come Elios, la Maddalena come Luna è i 12 apostoli come mesi.

Il fatto che queste sinagoghe compaiano solo dopo la nascita del movimento cristiano e dei movimenti giudeo-gnostici in Siria ed Egitto ci pare quantomeno sospetto, ma nonostante ciò, nessuno studiosi ha mai neppure azzardato un possibile accostamento dei moviementi giudeo-cristiani gnostici a questi edifici, seppure é noto che gli gnostici avevano adotatto sincreticamente una serie di elementi mitologici di origine pagana adattandoli alla cultura ebraica e gnostico-cristiana.

Va notato che Huqoq è un antico villaggio ebraico situato a circa tre miglia a ovest di Cafarnao e Magdala, quindi nel territorio in cui si cocentrarono le prime comunità cristiane di origine gnostica e giudeo-cristiana. Tali comunità stanziarono in quest’area dalla morte di Gesù, fino ad alcuni secoli dopo la caduta di Gerusalemme e la distruzione del Tempio e, comunque, fino a quando non furono colpite da accuse di eresia a partire dal concilio di Nicea del 325.

Ma andiamo ad alcuni elementi che nei mosaici sembrano suggerire associazioni con i movimenti cristiani o gnostico-cristiani.

Senza far volare troppo la fantasia, ad esempio, la scena di questo specifico mosaico, sembra richiamare anche la croce e la metafora evangelica del Gesù pescatore di uomini ponendo la nave e l’albero, a forma di croce, esattamente al centro .

Qui di seguito mostriamo una foto d’insieme della navata centrale per avere una idea più chiara della disposizione dei mosaici illustrati. Da essa si evince un particolare singolare: il nuovo mosaico é disposto esattamente al centro del pavimento e questo pone la nostra croce nella parte mediana del pannello inferiore della navata.

La base dell’albero della nave sembra forare il bordo della raffigurazione e prosegue lungo in grande palo che divide in due la raffigurazione della Torre di Babele.

Qui i due pannelli in dettaglio:

Per avere una visione chiara della disposizione di tutti i mosaici rispetto all’intero edificio riportiamo qui di seguito la mappa:

La posizione dei mosaici nella navata centrate a partire dall’nord a sud é la seguente:

  • L’arca di Noè
  • L’attraversamento del Mar Rosso
  • Lo Zodiaco
  • Giona e la Balena
  • La Torre di Babele

Nello Zodiaco, che qui come in altre sinagoghe di questo periodo campeggia al centro della navata centrale, seppure rovinato, mostra il Carro del Sole nel quale si distinguono alcuni raggi, una serie di stelle sullo sfondo, la luna, cavalli e ruote del carro, ma qui vi sono alcuni elementi singolari in più.

Qui, come in altri mosaici, si notano i resti di due dei 4 angeli posti ai quattro angoli dello Zodiaco, ma a Huqoq uno, quello in basso a destra, sembra mostrare una grande croce patente sul petto scoperto. Non può trattarsi di un elemento di abbigliamento perchè il petto é nudo, ma neppure del tratto che definisce i contorni della muscolatura pettorale, essendo troppo vistoso ed esteso.

Altro elemento interessante é il serpente che contorna i segni zodicali e che ricorda la omonima costellazione che gli gnostici associavano al Demiurgo e che si avvolge intorno al vertice dell’ “axsis mundi”, ovvero il centro della volta celeste. Non ci pare peregrino osservare che l’albero-croce che attraversa la parte centrale dei due pannelli inferiori sembra proseguire invisibilmente fino al centro del mosaico laddove si trova il carro solare.

Che, quindi, l’albero costituisca l’Axsis Mundi, ci pare più che evidente, ma questo potrebbe suggerire l’associazione tipica della Gnosi, che riconosceva nell’asse del mondo il simbolo cosmico del Cristo, qui probabilmente
raffigurato alla guida del carro solare cortornato dai dodici segni zodiacali, ovvero dai dodici apostoli.

Anche astronomicamente possiamo azzardare un’altra singolare coincidenza. Gli gnostici (come sembra potersi dedurre da alcuni scritti come l’Apocrifo di Giovanni), contrapponevano la costellazione della Croce del sud, nell’emisfero sud, associata al Cristo, alla costellazione del serpente che nell’emisfero nord, come detto, veniva associata al Demiurgo.

In questo senso faccio notare che qui i due simboli sono disposti proprio lungo l’asse nord-sud secondo l’orientazione del tempio e del pavimento della navata centrale (come si può vedere dalla mappa mostrata in precedenza).

Ulteriore elemento tipico delle chiese cristiane é la raffigurazione dei benefattori con tipica iscrizione dedicatoria che campeggia nella navata destra insieme al mosaico in cui appare Alessandro Magno. Nella pannello a destra si nota l’iscrizione al centro e il volto della benefattrice sul bordo destro.

Il possibile legame con il Tempio di Onia III e il richiamo all’inizio di una nuova era dopo distruzione dei due templi ebraici

Se ci poniamo, inoltre, in un quadro giudaico cristiano e supponiamo, come io propongo da tempo, che questo gruppo. sia composto da ebrei gnostico cristiani probabilmente legati, in origine, con l’ambiente alessandrino degli Esseni Terapeuti e degli ebrei ellenizzati della diaspora di Onia III, vi é la possibilitá di fornire una diversa ulteriore interpretazione di alcuni dei mosaici.

Infatti, leggendo nella parte destra la storia della cacciata di Onia III, elemento che apparirebbe per la prima volta in un mosaico, anche la corrispondente parte sinistra potrebbe essere letta seguendo questa ipotesi.

Se rimaniamo nell’ambito della interpretazione enochica della causa del diluvio, ovvero della distruzione del mondo che il Demiurgo (dio del Vecchio Testamento) volle, non per le colpe degli uomini, ma dei suoi angeli che si erano uniti sessualmente alle donne generando i Giganti, l’arca di Noè ci parlerebbe della prima grande ingiustizia del Dio Creatore di questo mondo e ignorante (secondo gli gnostici), che distrusse il mondo e uccise tutti gli innocenti uomini, salvando solo Noè.

Subito sotto, secondo questa ipotesi interpretativa, viene rappresentata la fuga dall’Egitto voluta da Mosè e il passaggio del Mar Rosso che, va letto insieme alla corrispondente scena a destra nella quale si ricorda il ritorno in Egitto seguito alla cacciata di Onia III dal Tempio di Gerusalemme da parte Alessandro Ianneo e da suo fratello Giasone.

Dopo quella ingiustizia, infatti, Onia si recò nella cittá Eliopoli, dedicata al Dio sole, forse indirettamente richiamata nella rappresentazione del Dio Elios al centro dello zodiaco, per fondare un nuovo Tempio.

Questo tempio differiva da quello di Gerusalemme, perché composto da una grande Torre.

Non a caso la torre è l’ultimo dei mosaici a sinistra, sebbene qui gli scontri tra i costruttori richiamano quelli della torre di Babele.

Sempre secondo questa chiave di lettura, anche la figura di Sansone nella parte sinistra, potrebbe essere connessa al Tempio di Onia III.

Sansone è, infatti, spesso paragonato a Gesú nella iconografia cristiana, vuoi per il suo presunto voto di Nazireato, vuoi perché la sua forza fisica richiamava la forza spirituale di Gesú, ma forse, anche perché le due colonne che egli fece cadere suicidandosi per distruggere i Filistei, ricordano le due colonne del Tempio di Gerusalemme.

In questo senso la scena richiammerebbe la distruzione del Tempio di Gerusalemme, che si era ormai irrimediabilmente corrotto, seguita alla grande battaglia finale annunciata da Gesú e dagli scritti degli Esseni Qumramiani, cui Gesú probabilmente apparteneva almeno per Cultura se si segue la mia tesi e lo si considera ebreo ellenizzato Egizio, seguace del Tempio di Onia III e Terapeuta Alessandrino.

Quella guerra si concluse con la distruzione sia del Tempio di Gerusalemme che di quello di Onia III.

Tutto questo era già accaduto quando la sinagona di Huqoq era stata edificata.

Quel momento aveva, chiaramente, segnato il “cambio di rotta” definitivo, per il destino degli ebrei marcando l’inizio di una nuova era che richiedeva un salto di qualitá e un nuovo programma di salvezza: quello espresso dagli scritti gnostici giudeocristiani.

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Sabato Scala, Ingegnere elettronico e ricercatore indipendente, ha elaborato e sperimentato nuove teorie e modelli matematici nei campi della Fisica dell’Elettromagnetismo, delle Teorie dell’Unificazione, dei modelli di simulazione neurale. In quest’ultimo ambito ha condotto ricerche e proposto una personale teoria dei processi cognitivi e immaginativi suggerendo, sulla base della teoria di Fisico tedesco Burkhard Heim e del paradigma olografico prima, e della fisica del vuoto superfluido negli ultimi anni, la possibilità di adozione del suo nuovo modello neurale per la rappresentazione di qualunque processo fisico classico o quantistico