Il vuoto superfluido consente una risposta semplice alla domanda: cos’è la Gravità?

Di recente Amrit SorliDavide Fiscaletti hanno fornito una semplice quanto   innovativa  risposta alla domanda: cos’è la Gravità?

In passato mi sono occupato più volte, sia nel mio testo “la Fisica di Dio”, sia in alcuni articoli pubblicati su Altrogiornale, di alcuni interessanti recenti sviluppi della fisica che vanno nella direzione che propongo da alcuni anni e che hanno riportato in auge l’idea dell’Etere sotto forma di vuoto superfluido.

L’esistenza di un substrato che permea tutto l’Universo e che si comporta come un fluido, seppure a viscosità bassissima (sperfluido), proprio come intuito intorno alla fine dell’ottocento dai fisici pre-einsteniani, ci consente di accantonare l’idea dello spazio-tempo e di tornare allo spazio euclideo inquadrando i fenomeni fisici macroscopici, come la gravità, all’interno di una cornice descrivibile attraverso i modelli della fluidodinamica.

Quindi non serve più descrivere i “moti della superfice di un fluido” che si suppone non esistente, come aveva fatto Einstein, introducendo la curvatura dello spazio per giustificare  la gravità

In altre parole se si elimina il fluido, l’unico modo di giustificare le increspature della superficie e cambiare la geometria euclidea ed introdurre quella curva.

Ovviamente poi serve agganciare quella geometria curva anche al tempo per giustificarne le mutazioni.

Ma se si ritorna all’esistenza di un fluido che permea tutto, ovvero il vuoto, la gravitá e tutte le prorietá fisiche diventano prorietà intrinseche di uno fluido.

Di conseguenza lo spazio-tempo, con le varie “assurdità” sul tempo che hanno riempito pagine e pagine di testi, documenti, e film di fantascienza, semplicemente non servono piú.

Si potranno, quindi, usare consolidati modelli adottati per la dinamica dei fluidi e analizzare le caratteristiche “speciali”, dello spazio osservando il comportamento di sistemi simili come l’Elio3 quando, in prossimità dello zero assoluto, assume caratteristiche superfluidiche.

In questo ambito mi pare assai interessante il modello che stano elaborando , Amrit Sorli e Davide Fiscaletti.

Essi forniscono una risposta quantomai semplice alla domanda “cos’è la Gravità”?

Leggiamolo dal compendio ad una loro recente pubblicazione :

Energia, massa e gravità hanno tutte la loro origine nel vuoto  elettromagnetico quanto dinamico.

Una data massa m diminuendo la densità di energia di Planck all’interno della particella,  si genera la pressione del vuoto quantico esterno e di conseguenza sii genera la gravità.

Oggi la fisica è disperatamente alla ricerca di particelle che potrebbero trasportare massa e gravità. Il bosone di Higgs non interagisce con fotoni e gluoni e rappresenta una soluzione parziale per l’origine della massa.

Il Gravitone non è stato ancora scoperto e la sua esistenza è dubbia.

La soluzione per massa e gravità non è in nuove particelle, ma é altrove, vale a dire, nella dinamica tra una determinata particella e la diminuita densità di energia di un vuoto quantistico causato dalla presenza di una determinata particella.”

In altre parole, proprio come avviene per l’effetto Casimir ove due piastre metalliche affiancate a breve distanza vengono attratte dalla “pressione esterna” del vuoto, Sorli e Fiscaletti ritengono, a mio avviso correttamente, che la gravità sia prodotta da una diminizione della densità del vuoto che si genera  quando si formano particelle stabili.

La pressione del vuoto esterno, con densità maggiore di quello interno alle particelle, crea una gradiente di densità intorno ad esse.

Quindi se la  massa entra in contatto con quella un’altra massa, si determina una attrazione tra le due dovuta alla sovrapposizione delle zone a densità del vuoto che cresce dal centro delle due masse man mano che ci si allontana da esse.

Il limite della velocità della luce in un etere fluido

Si potrebbe, legittimamente, porre una serie di dubbi in merito a soluzioni così elementari di problemi sui quali si arrovellano, senza ancora dare una soluzione, da decenni i fisici presi nella morsa di due teorie inconciliabili come la relatività einsteniana e la quantistica.

Tra questi dubbi quello che parrebbe più arduo é legato al famoso limite della velocità della luce.

In altre parole come si potrebbe spiegare, nella ipotesi di un vuoto come fluido, seppure particolare a bassissima viscosità, il limite assoluto che Einstein indica in questo universo e che nessuno oggetto materiale può valicare, quello della Velocità della Luce?

Per dare una risposta occorre andare alla origine di questa affermazione che é nella interpretazione che Einstein diede alle cosiddette Trasformazioni di Lorentz.

Esse indicano come le coordinate spaziali e temporali di un sistema si trasfromano quando questo viaggia ad una velocità prossima a quella della luce.

Ebbene proprio di recente in un articolo di Jerom Canton é stato dimostrato come queste equazioni hanno una forma identica a quella di un particolare fenomeno tipico dei fluidi: la percolazione. Scrive Cantor:

“Un certo numero di studi indicano che lo spazio-tempo può avere proprietà simili a quelle di un superfluido, suggerendo che teoria della percolazione possa fornire un metodo utile per studiare la relazione tra velocità e tempo . Ipotizzando che l’effetto descritto dal fattore di Lorentz può rappresentare un aumento della viscosità di spazio-tempo , è stato possibile modellare la dilatazione del tempo in termini di movimento di un fluido attraverso mezzi porosi . Utilizzando un caso di rete di resistenze per equiparare la percolazione superfluida ala conduttanza , si è dimostrato che il fattore di Lorentz corrisponde ad una funzione di probabilità che coinvolge la transizione di fase da superfluido ad un fluido normale con proprietà isolanti”

A quanto sembra, quindi, c la fisica si stà rapidamente muovendo per smontare uno dei plastri su cui é stata fondata la ricerca del 20mo secolo, la Relatività einsteniana.

Tornerò su tema del vuoto superfluido per mostrare altre recenti pubblicazioni che mostrano come il “ritorno dell’ Etere” , ci consenta di trovare risposte elementari nel mondo della fluidodinamica, anche alle “assurdità” della fisica quantistica.

Nel frattempo vi lascio ad un mio relativamente recente articolo che affronta, in manirera più vasta, il problema del Tempo e della nuova visione della fisica che emerge dal superamento dello spazio-tempo einsteniano.

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Sabato Scala, Ingegnere elettronico e ricercatore indipendente, ha elaborato e sperimentato nuove teorie e modelli matematici nei campi della Fisica dell’Elettromagnetismo, delle Teorie dell’Unificazione, dei modelli di simulazione neurale. In quest’ultimo ambito ha condotto ricerche e proposto una personale teoria dei processi cognitivi e immaginativi suggerendo, sulla base della teoria di Fisico tedesco Burkhard Heim e del paradigma olografico prima, e della fisica del vuoto superfluido negli ultimi anni, la possibilità di adozione del suo nuovo modello neurale per la rappresentazione di qualunque processo fisico classico o quantistico