CROCIFISSO NELLE AULE DI GIUSTIZIA: UN SIMBOLO IDONEO?

Volevo sottoporre una breve riflessione alimentata ieri da una osservazione di mio figlio che mi chiedeva perchè nell’aula della Corte dei Conti campeggiasse un crocifisso gigante.

Tralascio la questione giuridica affrontata alcuni anni fa a fondo e conclusasi con una sentenza della corte dei diritti dell’uomo che, di fatto, autorizza l’Italia a tenere il simbolo nelle aule di giustizia.  Vorrei, invece, provare a avanzare una riflessione sul messaggio distorto che, mio avviso, viene trasmesso  dalla storia dell’uomo rappresentato e dal simbolo della sua crocifissione indipendentemente dalla fede che ciascuno professa.

La mia riflessione é rivolta a tutti, cristiani e non, e vorrei si aprisse una discussione onesta senza pregiudizi.

Se ci riflette le vicende che portarono alla crocifissione di Gesù sono un esempio lampante di pessimo esercizio della giustizia.

Osseviamo, per prima cosa, che siamo in aule di un tribunale di uno stato laico ed in esse si mostra un simbolo religioso relativo ad una ingiusta sentenza praticata da un tribunale religioso sulla base di leggi di carattere religioso proclamate da un Dio di Giustizia, ma non parliamo solo di questo.

Il tribunale religioso in questione, il sinedrio, non potendo esprimere una sentenza su una colpa commessa per ragioni meramente religiose, poichè il secondo testimone d’accusa, demandò la competenza ad un tribunale civile romano provando a sollevare, faziosamente, una colpa di carattere penale e una violazione di leggi del governo di Roma: nel caso in esame venne suggerito che si trattava di un sedizioso.

Il procuratore, pur avendo constatato l’assenza di colpe, affidò il giudizio al popolo che, sobillato dai giudici del tribunale religioso, i sacerdoti, chiese il rilascio di un pericoloso terrorista ed assassino, pur di far condannare l’innocente Gesù.

Il tribunale romano, nonostante non fosse presente alcuna accusa provata, fece fustigare l’innocente e offrì propri sodati perchè fosse eseguita una condanna a morte non promulgata da Roma, ma con procedura romana: la crocifissione.

Il simbolo, quindi, riassume una serie di ingiustizie compiute:

a) sulla base della ingiusta legge di un Dio di Giustizia
b) sulla base di una insufficiente prova delle accuse da parte di un tribunale religioso
c) sulla base di una assenza di colpa secondo la legge romana, da parte di un tribunale civile che, pure, condanna un giusto alla fustigazione
d) da un tribunale popolare che salva un omicida pur di condannare il giusto
e) con una condanna a morte praticata nel modo più brutale possibile, la crocifissione
f) con una condanna preceduta da una serie di abusi: il corpo denudato, fustigato, insultato fino alla imposizone di una corona di spine

Ora mi chiedo e vi chiedo:  é’ un simbolo idoneo ad una corte di giustizia qualunque di un tribunale laico?

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Sabato Scala, Ingegnere elettronico e ricercatore indipendente, ha elaborato e sperimentato nuove teorie e modelli matematici nei campi della Fisica dell’Elettromagnetismo, delle Teorie dell’Unificazione, dei modelli di simulazione neurale. In quest’ultimo ambito ha condotto ricerche e proposto una personale teoria dei processi cognitivi e immaginativi suggerendo, sulla base della teoria di Fisico tedesco Burkhard Heim e del paradigma olografico prima, e della fisica del vuoto superfluido negli ultimi anni, la possibilità di adozione del suo nuovo modello neurale per la rappresentazione di qualunque processo fisico classico o quantistico