Le tappe del viaggio della Sacra Famiglia in Egitto svelano la connessione tra Gesú e i Terapeuti Alessandrini.

Sebbene solo il Vangelo di Matteo narri della fuga in Egitto seguita alla persecuzione di Erode, esistono numerose altre fonti che ne parlano e l’Egitto é disseminato di luoghi che antichissime tradizioni collegano al viaggio della Sacra Famiglia e nei quali sorgono altrettante antiche costruzioni cristiano copte.

É possibile raccogliere informazionk sul viaggio della Sacra Famiglia in Egitto, in varie fonti orientali e occidentali, dai Vangeli apocrifi dello Pseudo Matteo e di Tommaso, dai Vangeli dell’infanzia arabi e armeni, oltre che da fonti del IV secolo come la Visione di Teofilo, ventitreesimo Patriarca di Alessandria e l’Omelia di Zaccaria, vescovo di Sakha, del VII secolo, o la Synaxaria copta ed etiope (calendario dei santi) e, infine, da testimonianze di varie tradizioni musulmane.

La maggior parte delle tradizioni relative alla fuga della Sacra Famiglia in Egitto furono, comunque, elaborate tra il X e il XIII secolo e, di conseguenza, vanno setacciate con cura cercando di estrarre quanto di storico potrebbe esserci nella leggenda.

Ad ogni modo le tappe e la Sacra Famiglia seguí ricavate dalle diverse tradizioni sono complessivamente 30. Qui di seguito le riporto in ordine cronologico:

  1. Rafah
  2. Al-Arish
  3. Farma
  4. Tal Basta
  5. Mostorod
  6. Belbeis
  7. Meniet Samanoud
  8. Sakha
  9. Wadi El-Natroun
  10. Ain Shams
  11. Matareya
  12. Zeitoun
  13. Zeweila Alley
  14. El-Ezbaweya
  15. L’area del Vecchio Cairo
  16. Babilonia
  17. Maady
  18. Ashnein: El-Nasara e Monastero El-Garnous
  19. Bahnassa
  20. Samalout
  21. Gabal al Tair
  22. Hermapolis: Al-Ashmounein Town – Mallawy
    23 Daurout Um Makhla
  23. Beer El-Sahaba
  24. Kom Maria
  25. Tal El-Amarna
  26. Daurout
  27. Qoussia
  28. Meir
  29. Monastero di Moharraq

con numerazione corrispondente nella immagine.

Le tappe del legendario viaggio della Sacra Famiglia in Egitto

Il legame di Gesú con il Tempio di Onia III ad Eliopoli: analisi di alcune delle tappe del viaggio della Sacra Famiglia in Egitto

Una delle piü consolidate leggende del Cristianesimo copto fissa in Matareya i soggiorno piú lungo della famiglia, presso la folta comunitá ebraica locale e ne indica una durata di 2 anni.

Ebbene Matareya era collocata in una area della antica Eliopoli dove la folta presenza ebraica era dovuta alla esistenza, in questo luogo, di un Tempio ebraico antagonista a quello di Gerusalemme, volutamente taciuto in tutte le fonti talmudiche.

Questo tempio fu fondato dal legittimo Sommo Sacerdote Onia III di origini zadocite, al tempo dei Maccabei, quando a Gerusalemme egli fu illegittima ente deposto dal fratello Giasone.

Secondo Flavio, Onia si recò in Egitto dove ottenne da Re Tolomeo l’uso del territorio di Eliopoli dove sorgevano le rovine del Tempio alla dea Bubastis e dove viveva una folta colonia di leoni, ivi trasferiti al tempo in cui il Tempio di Bubastis era attivo.

A questi leoni si deve il nome alternativo di Eliopoli, ovvero Leontopoli.

Secondo Silvio Barbaglia é proprio dalla diaspora di questa comunitá che nacque la setta degli Esseni.

Stando alle stesse scritture essene, ed in particolare secondo quanto troviamo negli Inni, probabilmente composti dal fondatore della comunitá noto come Maestro di Giusrizia, vi fu un conflitto sorto tra due correnti esserne che prendono, in queste scritture, rispettivamente il nome di Figli della Luce (i Qumramiani) e (Figli delle Tenebre).

I secondi proponevano una visione assai piú flessibile sulle regole di vita, che non era condivisa dai Figli della Luce. I Figli delle Tenebre, guidati dal personaggio definito l’uomo di Iniquitá, ingaggiare una feroce battaglia con i Figli della Luce vincendola e allontanando i seguaci del Maestro di Giustizia dall’Egitto.

I Figli della Luce, dovettero lasciare l’Egitto e, non potendo tornare a Gerusalemme, perché ritenuta impura, non potendo piú frequentare né il Tempio di Gerusalemme, ritenuto illegittimo e impuro, né quello di Onia III ad Eliopoli, perché mandati in esilio, si stabilirono nel deserto di Qumran.

Ma chi erano i loro antagonisti?

Da Filone di Alessandria sappiamo della esistenza di una comunitá monastica con costumi assai simili ai Qumramiani ma molto piú flessibili che, come i Qumramiani, viveva in una zona priva di insediamenti urbani, ma non molto distante da questi.

Questi individui di origine ebraica, praticavano una vita morigerata da celibi, alla ricerca della sapienza e accoglievano, a differenza dei Qumramiani, anche donne nel loro gruppo tenendolo, a patto che avessero raggiunto il climaterio, tenendole in grande considerazione.

Non abbiamo mai trovato il luogo dove era attestata la loro presenza, ma se essi possono essere considerati la frangia degli Esseni che rimase in Egitto, é assai probabile che avessero fatto scelte di vita simili a quelle dei loro fratelli Qumramiani e, quindi, possiamo ragionevolmente supporre che vivesser nel deserto.

Questo territorio, seguendo le indicazioni di Filone, doveva trovarsi a sud del lago Mariotis e di Alessandria.

A questo punto torniamo al viaggio della Sacra Famiglia.

Va notato proprio inronto al territorio di Eliopoli si concentrano 7 delle 30 tappe del viaggio e dei soggiorni della Sacra Famiglia.

Ho, in un precedente articolo, sottolineato come l’associazione di Gesú e della sua formazione alla corrente ebraico ellenistica egizia ed in particolare a quella esseno Terapeuta Alessandrino, ovvero al Tempio scissionista di Onia III é la naturale e necessaria conseguenza di un ragionamento basato su quanto sappiamo di Gesú e su i suoi costumi.

Il fatto che il gan numero di tappe del viaggio della Sacra Famiglia, per quanto di leggenda vi sia, sono concentrate intorno ad Eliopoli e, quindi, al Tempio di Onia, fornisce un ulteriore rilevante indizio a favore della tesi del Gesú esseno Terapeuta Egizio.

Ma possiamo aggiungendo qualcosa di assai piú specifico analizzando lo strano è lungo viaggio che la Sacra Famiglia effettua, spostadosi svariati chilometri verso sud-ovest nel territorio desertico di Wadi El Natrun (tappa 9).

Perché effettuarono questo strano ed oneroso viaggio in un area desertica?

In quest’area dell’Egitto si concentratono, secoli dopo, il numero piú folto di insediamenti anacoretici è monastici cristiani.

Ebbene Wadi El Natrun sorge proprio a sud del lago Mariotis e potrebbe essere l’area desertica scelta dai Terapeuti esseni, rispondente alle indicazioni, sebbene assai generiche, di Filone di Alessandria.

Rovine del monastero di Badi El-Bahanassa

Di recente, anche se molto piú a sud, sempre nel deserto egiziano, sono emerse nuove rovine monastiche (vedi immagine) risalenti al VI secolo, nella città di Oxyrhynchus Papyri, che riportano quella che potrebbe essere una delle prime immagini di Gesú : un Gesú, riteniamo non a caso, giovane (vedi immagine).

Una delle prime immagini di Gesü scoperta all’interno delle mura del. Monastero emerso a Badi El-Bahaassa

Ebbene il nome alternativo di Oxyrhynchus é Badi El-Bahanassa, diciannovesimo tappa del viaggio della Sacra Famiglia.

Occorre anche ricordare che in questa cittá é stata trovata una delle piú grandi collezioni di frammenti di papiro, molti dei quali riportano tesi di origine Gnostico cristiana.

La tappa fu raggiunga dalla Famiglia partendo da Eliopoli e viaggiando sul fiume Nilo.

Mi pare interessante una breve digressione a questo proposito, che ci viene da fonti musulmane.

Muhammad al Baqir (676-731 d.C.) racconta che Gesù, all’età di nove mesi, frequentò la scuola di Al Bahnassa, cosa assai suggestiva se si pensa alla vasta collezione di papiri che vi é stata rinvenuta proveniente, tra gli altri anche da numerosi monastero Sortino quest’area.

Qui avvenne il seguente episodio che riportiamo come lo narra al Baquir:

“Il maestro disse a Gesù: “Di’ l’alfabeto”. Gesù alzò la testa e disse: “Sai cosa significano queste parole?” Il maestro voleva picchiarlo, ma Gesù disse: “Non picchiarmi, ma se non lo sai, chiedimelo e te lo spiegherò”. “Parla”, disse l’insegnante. «Scendi dal tuo banco», rispose Gesù. Il maestro scese e Gesù prese il suo posto e cominciò a dire: “L’Alif sta per le buone azioni di Dio, Da per la gloria di Dio, il Gim per lo splendore di Dio, il Dal per la religione di Dio, l’Ha per l’abisso dell’inferno, il Wa indica la miseria di chi vive nell’inferno, il Ha significa la remissione dei peccati di chi chiede perdono, la K è la parola di Dio che non cambierà mai, il Sad è la misura per un misura, il Ta sta per i serpenti dell’inferno”. “Ebbene”, disse il maestro alla Beata Vergine, “prendi tuo Figlio e veglia su di lui, perché Dio gli ha dato la saggezza e non ha bisogno di un maestro”.

Questa tradizione va confrontata con il racconto quasi identico del Vangelo di San Tommaso Israelita (140 – 160 d.C.)”[1]

Conclusioni


L’associazione di Gesú allla corrente scissionista ebraico ellenistica che nacque intorno al Tempio di Onia III e, quindi, se Barbaglia ha ragione, agli esseni che si insediarono nel territorio di Eliopoli e, probabilmente, nelle aree desertiche a Sud di Alessandria, mi pare una pista assai promettente e quasi obbligata, anche solo per esclusione, considerando che, per i motivi giá esposti in precedenti articoli, Gesú non può appartenere ad alcuna delle sette tipiche della giudea numerate da Flavio (farisaico, sadducei, zeliti ed esseni intesi come Qumramiani).

A sostegno di tesi, però, vanno aggiunti gli elementi che abbiamo fin qui esposti e che, per quanto ricchi di elementi leggendari, sono assai ben consolidati nella cultura cristiano copta da aver portato alla presenza di insediamenti cristiani in epoche assai remote.

Se consideriamo che ben 30 degli anni della vita di Gesú sono assenti dalle fonti questo deve essere necessariamente legato ad una assenza di Gesú dalla Giudea per un periodo assai piú lungo di pochi ani dell’infanzia.

Ebbene la tradizione della sua presenza in Egitto per tutto il periodo precedente al battesimo sul Giordano e la tesi proposta della sua formazione nell’ambito dell’ebraismo ellenistico scissionista del Tempio di Onia III in Egitto, ci pare l’unica meritevole di particolare considerazione per numerositá di indizi e di elementi concordati.

Questo punto di vista dovrebbe condurre gli studiosi a dare molto piú rilievo, di quanto oggi se ne dia, alle fonti antiche cristiane gnostiche nate in questa area, è quindi alle letteratura di Nag Hammadi assai probabilmente nata proprio dalle ceneri dell’ebraismo ellenizzato scissionista del Tempio di Onia III ad Eliopoli.

Questo approccio di indagine, radicalmente diverso da quelli adottati fino ad oggi dal Main Stream, mi pare piú che solidamente motivato da elementi logici, archeologici e documentali

Esso delinea una figura storica di Gesú assai piú congruente con tutte le fonti a noi pervenute ed in grado di spiegare molti degli enigmi e delle anomalie che nascono se si segue, invece, la tesi del Gesú pio ebreo che ancora oggi va per la maggiore tra gli studiosi.

É, semmai, assai strano ed inspiegabile che nonostante tutto, almeno a mia conoscenza, nessuno abbia battuto questa pista almeno come ipotesi di lavorom

[1] Meinardus, Otto FA The Holy Family in Egypt, The American University in Cairo Press, 1986, p 45