Perché la dottrina Cristiana é origine delle principali patologie della Psiche

IL SENSO DI COLPA

Il senso di colpa è quella particolare emozione  che si genera quado percepiamo di avere  di contravvenuto a una regola, riteniamo di non aver svolto il nostro dovere, o crediamo  di aver fatto soffrire qualcuno.

È un’emozione che si manifesta dal diciottesimo mese di vita, quindi quando il bambino é riuscito a crearsi una immagine di sé stesso, in relazione al micro contesto  sociale cui appartiene (famiglia e altri bambini).

La definizione vincoli che limitano e delimitano i comportamenti leciti  si genera dal nostro rapporto con la società e dalle norme che ne derivano, ma che non possiediamo nativamente. Queste norme ci vengono  trasmesse dagli adulti di riferimento come genitori, insegnanti, istituzioni religiose e istituzioni culturali, adoperando esempi di comportamento,  rimproveri e  punizioni.

Tutto questo da vita ad una una normativa etica e morale interiorizzata che, se violata, attiva il senso di colpa.

Il senso di colpa, inoltre, é legato al desiderio e alla necessità di integrazione sociale che ci spinge ad essere accettati perché  ligi alle norme con cui individuiamo l’idea di giusto e sbagliato, di buono e cattivo, che, se violate, generano, in noi, il senso di colpa.

Generalmente, quando si riceve una educazione sana, il senso di colpa costituisce una emozione che equilibria  la naturale tendenza alla salvaguardia di noi stessi e dei nostri interessi, con la pari salvaguardia degli interessi altrui che pottemmo contrastare perseguendo i nostri.

Quindi, se ritengo di aver fatto  del male a qualcuno, il senso di colpa sperimentato costituisce  un freno alla ripetizione del gesto.

In questo caso questo sentimento aiuta alla maturazione della  importante funzione autocritica, contribuendo a renderci responsabili e rispettosi nei confronti degli altri e di noi stessi.


IL SENSO DI COLPA PATOLOGICO

Esistono condizioni al contorno, però, in grado di generare  un senso di colpa costante e sproporzionato rispetto ai gesti commessi o omessi, specie quando si tende ad assumersi la responsabilità per eventi su cui non abbiamo o non possiamo avete alcun controllo.

In questi casi il senso di colpa, diventa patologico e fa degradare la qualità della vita fino al punto di essere causa dell’ innesco delle principali patologie della Psiche.

Il senso di colpa patologico si manifesta attraverso preoccupazioni costanti: ad esempio ci si preoccupa dar fastidio ad altri, di essere responsabili del loro cattivo umore, o ci si addossa la responsabilità degli eventi sgradevoli che ci accadono assumendocene ogni colpa.

Spesso non serve che si agisca violando le norme interiori per generare il senso di colpa, ma il solo immaginare di compiere  un’azione scorretta ci spinge ad autopunirci  per il averci anche solo pensato, pur senza aver avuto alcuna reale intenzione di compiere il gesto.

Seguendo questi schemi comportamentali automatici, indotti dal senso di colpa patologizzato, esso si trasforma, da  emozione in grado di rafforzare il nostro senso di responsabilità, in un fattore un fattore di blocco, che induce l’individuo ad autopunirsi per qualsiasi cosa, privandosi sia di gioie che di ricompense.

Diretta conseguenza  della spirale del senso di colpa costante  e doloroso  é la progressiva e costante riduzione della autostima, fino alla perdita totale di rispetto per sé stessi.

Ciòc porta alla paralisi completa della capacità di agire, di prendere decisioni, di assumersi la responsabilità delle proprie azioni, ma soprattutto di salvaguardare e difendere la nostra integrità psicofisica.

IL SENSO DI COLPA PATOLOGICO: ORIGINE DELLE PRINCIPALI PATOLOGIE DELLA PSICHE

Quando si raggiunge questo stadio di evoluzione della patologia, l’individuo acquisisce un senso  costante  di vergogna che apre la porta, come anticipato, alle principali  patologie psichiatriche: analizziamo, ci seguito, la genesi.

La depressione é il primo dei grandi disturbi innescato dal senso di colpa.

Un individuo che tende costantemente ad autocolpevolizzarsi, perdendo, giorno per giorno, pezzi di autostima, entra in una spirale di sofferenza continua e di costante tristezza.

La sua percezione alterata tra ciò che vorrebbe essere e ciò che crede di essere diventato, crea in lui un costante senso di inadeguatezza, che alimenta la scissione tra le parti del Sé rifiutate e trasferitesi nell’inconsico rispetto a quelle rimaste consapevoli.

Questa scissione finisce per aumentare la pressione dell’Inconscio sulla coscienza portando a incontrollati momenti in cui, alla piü disperata disistima ed odio per sé stessi, si alternano momenti di autoesaltazione fuori controllo. Se non si interviene con una opportuna terapia, dalla depressione si può facilmente cadere nel disturbo bipolare della personalità.

Seconda importa te patologia causata dal senso di colpa patologico é il disturbo d’ansia, che si manifesta quando una persona sente costantemente  di non coincidere con l’immagine ideale che ha di sé stesso.

Il costante senso di colpa che, automaticamente, accompagna l’individuo per qualunque tipo di azione, lo porta in un costante stato di ansia che, se non curato e gestito con una opportuna terapia, può sfociare in attacchi di panico, attraverso i quali il costante blocco alla azione, viene somatizzato in disturbi fisici che paralizzano l’individuo e che, progressivamente, si espandono fino a fargli rinunciare a pezzi sempre piü cospicui della propria vita.

Il  senso si colpa insieme  al disprezzo per se stessi viene, quindi, sostituito dal disturbo fisico. Quendo questo accade l’individuo diventa inconsapevole del recondito senso di colpa che ha innescato l’attacco di panico e, quindi, non é piú in grado di prevedere o gestire l’inesco del disturbo.

Chiudendosi sempre di piú in sé stesso, egli rinuncia ad ogni azione. Questo meccanismo di evitamento e di riduzione conseguente della socializzazione, porta  alla depressione che, come già illustrato, può sfociare nei disturbi bipolarismo, dando vita ad una composita rete di  disturbi della Psiche da cui diventa assai complesso uscire e che, talora, nei casi piú gravi spinge al suicidio.

Ulteriore patologia, figlia diretta del senso di colpa patologico, é il disturbo post traumatico da stress,  che interviene quando il ricordo di eventi, nel corso dei quali non si é avuto il comportamento che non si riteneva corretto e  che hanno generato il senso di colpa, si ripresentano di continuo, sia durante il giorno che negli incubi notturni.

Tutto questo capita quando, dopo un evento estremamente doloroso, l’individuo se ne é attribuita le responsabilità, seppure  non ne abbia avuta, questo genera una senso traumatico opprimente che da vita a sempre crescenti scelte di evitamento delle presunte cause, solitamente illogiche, che si ritiene abbiano innescato il ricordo, con la sofferenza derivata.

A questo punto l’inesco delle sub–patologie come la depressione, l’ansia e gli attacchi di panico diventana automatica.

Tra le ulteriori principali patologie causate dal senso di colpa patologico vi sono i disturbi ossessivo compulsivi.

Come detto in precedenza, il senso di colpa patologico si attiva non solo se si compie una azione, ma anche quando si pensa ad essa, seppure non vi sia alcuna intenzione di compierla: tutto questo genera ossessioni.

Le Ossessioni  sono pensieri, immagini o impulsi involontari, ripetitivi e persistenti  che causano  ansia e angoscia intense e costanti vissute come indesiderate, irrazionali, inaccettabili e angoscianti.

La persona, di solito, prova ad  ignorare, sopprimere l, o “neutralizzare” questi pensieri, o azioni, attraverso una costrizione. In questo modo, purtroppo, l’individuo finisce per aumentare la disistima in stesso con la scissione del Se che scatena le precedenti patologie che abbiamo già descritto, rendendo il quadro clinico davvero inestricabile.

Il senso di colpa latologico, inoltre, è in grado di scatenare anche atteggiamenti compulsivi.

Le compulsioni sono atti visibili, o anche solo mentali, ripetuti come una sorta di preciso e rigoroso rituale.

La persona li esegue  secondo regole che devono essere rigitamente  rispettate. Il loro scopo è quello di contrastare le ossessioni e ridurre l’ansia che provocano.

La incapacità di bloccare i pensieri che determinano il senso di colpa patologico genera, nell’individuo,  la fittizia convinzione che, eseguendo alcuni rituali,  il loro scatenarsi  insieme al  conseguente stato di ansia dolorosa, possa essere contrastato o, anche, prevenuto.

Ovviamente, la ripetizione di questi rituali non allontana il problema, che ha origine dal non risolto senso di colpa patologico, da quale tutto origina, e, di conseguenza, i pensieri negativi si ripresentano portando, con il tempo alla generazione dei vari disturbi che abbiamo descritto in precedenza.

Un meccanismo analogo lega  il senso di colpa alle fobie.

Le fobie sono una serie classificata di paure incontrollate che, chi é afflitto da senso di colpa patologico, può associare alla comparsa dei pensieri patologici.

In pratica si può ritenere che l’apparizione dell’elemento per il quale si ha una fobia, sia collegata alla punizione automatica per avere avuto un qualche pensiero negativo, in questo modo si finisce per darsi la colpa  per l’apparizione dell’elemento per il quale si ha fobia.

Spesso, anzi,  nella impossibilità di identificare il pensiero, o l’azione colpevole che ha scatenato l’evento fobico, l’individuo si sforza di cercare cercare le piú minute, presunte, violazioni della propria etica patologica.

Chiaramente tutto questo non fa che ingigantire il senso di colpa patologico e la progressiva paralisi da ogni tipo di attività.

La mancata risoluzione delle complesse problematiche psicologiche causate dal senso di colpa patologico porta, inoltre è assai spesso, alla illusione che si ci possa  allontanare dallo stato doloroso attraverso sostanze psicotrope o alcol con la caduta nelle conseguenti dipendenze.

Analizzato il senso di colpa patologico e  la genesi delle patologie che ne derivano, mostrerò di seguito, che i fondamenti della religione Cristiana e la sua dottrina etica del bene e del male, sono basati sul radicamento nel credente di un complesso articolato di gravi sensi di colpa patologici.


IL CRISTIANESIMO COME PATOLOGIA FONDATA SUL SENSO DI COLPA

Le tre grandi religioni monoteistiche di basano sulla credenza nella esistenza del Divino e sulla influenza che questa credenza ha sulla vita d’uomo. Esse definisciscono un insieme di norme etiche che indicano il modo in cui si può “piacere a Dio”.

Ne consegue che tali religioni si fondno sulla convinzio che solo seguendo una serie di precise e rigide norme di comportamento, il credente può piacere a Dio e meritare, quindi, la sua benevolenza in questa vita e il premio eterno in quella che si ritiene, esista dopo la morte.

Non seguire le norme, dunque significa mettersi contro Dio in questa vita meritando eterna punizione dopo la morte.

Tutte e tre le grandi religioni monoteiste, hanno come pilastro fondante ed elemento che ne ha garantito la longevità, la capacità di instillare pesanti sensi di colpa.

Perché questi sensi di colpa si radichino nella Psiche dei credenti, esse vengono insegnate fin dalla primissima infanzia, con un ciclo di istruzione che prevede la cooperazione e l’alternanza tra religiosi e genitori.

É, quindi, indispensabile chiederesi se questo radicato senso di colpa sia, o meno, patologico.

Limiterò l’analisi al solo Cristianesimo.

Il fondamento teologico del Cristianesimo ruota, come per le altre  grandi religioni, intorno al concetto di “peccato“.

Il Cristianesimo, però, rispetto all’ebraismo e all’ Islam,  introduce il concetto del “peccato originale“, ovvero di una colpa atavica che grava sull’individuo dalla nascita e che, quindi, é indipendente dalla sua volontà, ma che egli ha ereditato per il suo stesso essere un Uomo.

Il peccato originale, nella concezione Cristiana, consiste nell’aver violato l’unica norma etica impartita da Dio ai Progenitori: non mangiare il frutto  dell’albero del bene e del male.

Nella visione biblica rielaborata dal Cristianesimo, mangiando dall’albero del bene e del male, ovvero dall’albero di tutte le norme etiche religiose, l’uomo si sarebbe ammalato e ne sarebbe morto.

In pratica é Dio stesso che avvisa l’uomo che il sistema di regole, con l’annesso senso di colpa che ne deriva, é patologico e persino mortale.

Ma cos’é che, nel mito della Genesi, rende mortale l’uomo privandolo della immortalità, e che, lo consuma fino alla morte: la violazione della norma o il senso di colpa?

Come abbiamo appreso, il senso di colpa può divenire patologico fino al punto di consumare la Psiche e generare nell’uomo tutte le principali patologie psicologiche e psichiatriche.

Chi ha ideato il sistema teologico ne era, ben consapevole laddove mostra che il primo effetto della violazione della norma divina é la vergogna che i progenitori provano.

Si noti bene, però, che essa non riguarda la consapevolezza di aver violato la norma, e quindi, non é legata al senso di colpa per la violazione, ma alla loro stessa essenza di esseri umani.

In pratica i progenitori si vergognano di essere esseri umani nella loro interezza e, quindi, di come Dio stessi lo ha creati nella loro nudità. Questa vergogna, inoltre, riguarda specificamente la sfera sessuale, ed é talmente immensa che neppure una foglia grande come quella di fico può coprirla.


L’impulso sessuale, presente fin dalla infanzia e che matura fino alla età adulta, quindi, diviene il simbolo stesso della violazione e del Peccato Originale e la sintesi di ogni violazione.
Il fanciillo, quindi, si trova, nella paradossale condizione di doversi vergognare di un istinto ineludibile e naturale.

Ne consegue che, ogni volta che nella sua psiche emerge un impulso proto-sessuale e ogni volta che questo impulso porta ad un atto che genera la dura reazione dei genitori e la punizione, né nasce un vivo senso di colpa, eil fanciullo finisce per vergognarsi, non solo dell’atto compiuto in base al l’impulso sensuale ma anche il solo fatto di avervi pensaro.

Ma l’azione deleteria della dottrina non si ferma qui.

Sappiamo che per rendere il senso di colpa patologico, occorre che l’uomo sia soggetto a norme cui non può adempiere, o a colpe di cui non ha né il controllo, né la responsabilità diretta.

Il Cristianesimo impone al credente un senso di colpa atavico collegato alla sua nascita per la violazione compiuta dai progenitori del genere umano di cui, ovviamente, il bambino non ha colpa e non ha il controllo.

Inoltre viene impiantato, nel fanciullo, un motore di sensi di colpa permanenti legati alla sfera sessuale e al corretto e naturale sviluppo della sessualità. Si insegna, infatti, che non serve compiere un atto della sfera sessuale  o parasessuale, ma lo stesso pensare di compiere l’atto é di per sé un peccato meritevole di biasimo e, quindi, di auto-biasimo e vergogna.

L’avere trasformato un elemento naturale della sfera evolutiva del bambino in qualcosa di riprovevole, genera,, un loop di sensi di colpa incontrollati ed incontrollabili che portano il bambino al biasimo permanente per sé stesso.

A rincarare la dose interviene un ulteriore elemento che produce il senso di colpa anche per il non aver provato sensi di colpa.

Questo si ottiene convincendo il bambino che, anche se il senso di colpa patologico per violazioni delle norme etiche, o per aver provato emozioni e pulsioni naturali, non si é innescato, perché il bambino non si é reso conto della violazione, dall’alto dei Cieli Gesú lo osserva costantemente ed é, quindi, giudice permanente di ogni sua azione o pensiero: nulla si può nascondere a questa entità fuori dal suo diretto controllo.

Questa impossibilità di costruire una sfera privata, fuori dal controllo dei Genitori o degli adulti, anche quando genitori e adulti mancano sostituiti dalla figura immateriale di Gesú, crea nel bambino un senso permanente e costante di oppressione che rallenta o frena ogni sua azione per la paura di violazione di qualche norma e quindi interrompe una sana e naturale crescita evoluzione della Psiche innescando sempre piú frequenti impulsi all’ evitamento.

Si passa, quindi, dal senso di colpa patologico a vere e proprie paranoie.

Lasciando indeterminata la sfera della colpa, specie se relativa ai comportamenti naturali ed istintivi, e creando nella Psiche del bambino una figura patologica del giudice permanente che rimprovera è giudica ogni atto, senza che il bambino abbia alcuna capacità di discernere tra giusto e sbagliato, vengono progressivamente confinati nella sfera dell’errore tutti gli istinti naturali e normali.

Si crea, quindi,  una scissione patologica del Se soggetta a un giudice interiorizzato origine stesso della patologia, ma che il bambino considera manifestazione del divino e che viene associato, nel credente, al termine Coscienza, controparte equivalente del Gesú interiore.

La sensazione che l’istinto naturale sia origine dell’errore viene amplificata da una serie di insegnamenti patologici che portano a considerare errati, anche i comportamenti naturali  di salvaguardia della persona e della sua integrità.

Tra i principali comportamenti contro natura vi é le legge del perdono per chi ci arreca offesa e della necessità di “porgere l’altra guancia”, ovvero di consegnarsi volontariamente ad ulteriori violazioni della propria integrità prico-fisica da parte di oppositori esterni.

Il meccanismo di autodifesa é, infatti, il piü importante e naturale meccanismo di salvaguardia della persona.

Rendere colpevole il gesto di difesa, verbale o fisica da attacchi esterni, non solo genera sensi di colpa patologici permanenti, ma spinge il bambino a sottoporsi volontariamente ad ulteriori ingiurie alimentando la piú importante patologia autodistruttiva della Psiche: il masochismo, ovvero la necessità di soffrire per provare gratificazione.

Il masochismo, da pericolosissima patologia autodistruttiva, viene elevato a virtú divina, laddove si insegna che il merito piü grande lo si ottiene se si cerca e si sopporta la sofferenza come fece Gesú sulla croce.

La capacità di soffrire per l’altro, anche se é un nostro antagonista e qualcuno che ci fa violenza, viene elevata a massima prova di capacità di amare allo stesso modo di Gesú-Cristo, offertosi ai suoi nemici per farsi massacrare pur non avendo alcuna colpa.

Il fanciullo viene, quindi, educato all’idea che l’amore é essenziale per essere amati da Dio, ma che questa capacità di amare non ha nessun valore di fronte a Dio, se rivolta solo a coloro che ci amano, ma diventa virtú solo se rivolta a chi ci odia e al nostro “nemico” e si concretizza nel  cercare e, anzi, agonare e godere della sofferenza che questo ci produce.

É evidente che aver reso virtú divina da imitare e massima ambizione del cristiano, la peggiore delle patologie autodistruttive ed autolesionisiche, alimenta il senso di colpa patologico grave, quando non si riesce, o non si vuole soffrire in silenzio le ingiurie e quando, non si difende e si preserva  se stessi.

Anche gli impulsi del primo e piú rilevante degli istinti, quindi, quello di autoconservazione viene trasformato in una colpa.

Il Gesú patologico è patogenico interiorizzato dal bambino e trasformato in una figura scissa e separata che giudica colpa ciò che proviene dai naturali istinti di riproduzione ed autoconservazione, cronicizza e amplifica i sensi di colpa. Questa amplificazione, combinata con la esaltazione dei comportamenti masochisti elevati a virtü divina, porta il fanciullo ad una  continua autosvalutazione e al costante disprezzo per se stesso.

L’aver associato i due principali istinti, quello di autoconservazione e quello di riproduzione alla sfera della colpa, spinge il bambino a considerare di origine maligna e demoniaca ogni altro naturale istinto.

In questo progressivo separarsi da ciò che é naturale con comportamenti innaturali, la scissione del Se si amplia e le parti del Se istintive e naturali, continuamente giudicate come origine del male e della propria inadeguatezza, si ingigantiscono generano personalità multiple e comportamenti patologici che esaltano i comportamenti istintivi, ritenuti perversione, in senso realmente “pervertito” e patologico..

Il Cristiano diviene, cosí, da soggetto affetto da patologia a soggetto psichiatrico.