Il Processo di Salvezza Gnostico nel Vangelo di Filippo e la psicoterapia: TERZA PARTE

Guardando alla Gnosi dei manoscritti di Nag Hammadi con occhi moderni non si può non notare una stretta corrispondenza tra gli l’idea degli“Arconti” (angeli malvagi al sevizio del Deiurgo) e quelli che oggi vengono spesso appellati con il termine di “poteri forti” che governano su questa terra.
Che si tratti di potenze soprannaturali, energie, demoni o uomini in carne ed ossa, la metafora gnostica ci consente di identificare in questi “potentati” la materializzazione dell’essenza del male e i guardiani della nostra schiavitù, in questo mondo.
La Gnosi, quindi, é stata probabilmete la prima e forse l’unica fede religiosa al mondo con una evidente carica anarchica e questo la rendeva, estremamente pericolosità per il potere; ciò spiega l’accanimento con il quale essa è stata perseguitata nei duemila anni di storia della Chiesa.
Oggi quel pensiero ispira in forma distorta e mal compresa, sette e movimenti iniziatici più o meno segreti.
Il Vangelo di Filippo dedica, al ruolo degli Arconti, una lunga analisi legata, probabilmente, al ruolo rilevante che gli Arconti hanno nel tendere trappole all’uomo gnostico dopo il Battesimo e prima che esso pervenga alla “morte iniziatica”, sancita, in Filippo, con il sacramento dell’Unzione.
Gli Arconti, infatti, hanno introdotto nell’uomo, fin dalla nascita, quel mix di passioni che rende arduo il cammino che porta al superalmento dell’Errore e alla acquisizione di una visione oggettiva ed asettica del mondo. E, ancord di più, hanno corrotto il momento sacro che può consentire all’uomo di ritrovare la sua originale androginia ricostruendo l’Adamo Originario: la congiunzione sessuale con la sua compagna con il rito del Matrmonio, che nella gnosi viene collegato all’ultimo sacramento: la Camera Nuziale.
La morte che gli Arconti hanno creato e immesso nell’Uomo appena egli nasce su questa terra, per impedire che egli possa ricongiungersi al padre dopo la morte fisica, viene seguita, contrariamente a quanto sostenuto dal cristianesimo a noi noto, dalla resurrezione che deve, secondo Filippo, “avvenire in questa carne”.
La resurrezione in questa vita e prima della morte é una rinascita a nuova vita e l’inizio del cammino teso a reintegrare parti del Se nell’uomo che ha raggiunto e conosciuto il suo abisso e ha compreso l’inganno insito nel modo di guardare il mondo dietro il “Velo” di una psiche governata dalle passioni, ovvero guardare il mondo attraverso gli inganni che nascono dall’ignorare l’Inconscio e che gli Arconti sfruttano per mantenerci in loro potere (abbiamo illustrato ció nella parte precedente di questo lavoro)
Il Battesimo non è completo, quindi, senza l’Unzione; afferma, infatti, Filippo:
“Senza luce, nessuno può vedersi nell’acqua oppure in uno specchio, ma neppure senza acqua e senza specchio potrai nuovamente vederti nella luce. Per questo motivo è necessario battezzare nella luce e nell’acqua, in tutte e due. Ora la luce è l’unzione.”
Non siamo in grado di affermare con certezza se il battesimo comprendeva anche il rituale un’unzione dell’adepto (così come avviene nel Battesimo Cristiano odierno), ma è assai probabile che esistesse un sacramento specifico che si svolgeva, indipendentemente dal battesimo e solo dopo di questo, a valle del lungo processo di autoanalisi, e che avveniva attraverso il rito della l’unzione con olio .
Ad esso si ispira, probabilmente, il sacramento cristiano della Cresima.
Mentre il rituale del Battesimo veniva eseguito, secondo il Vangelo di Filippo, nella parte “esterna e visibile” del Tempio, elementi specifici lasciano credere che la morte iniziatica della Unzione venisse celebrata in una sala sotterranea del Tempio dove lo gnostico rimaneva, probabilmente, i tre giorni previsti forse a simboleggiare i tre giorni della resurrezione di Gesù (cui, va ricordato, gli gnostici davano un valore meramente metaforico).
Narra il Vangelo di Filippo descrivendo il Tempio Gnostico (si badi non quello degli ebrei) :
“Gerusalemme tre erano le case che fungevano da luogo di sacrificio: una, aperta dal lato occidentale, era detta ” il santo “; l’altra, aperta dal lato meridionale, era detta “il santo del santo”; la terza, aperta dal lato orientale, era detta ” il santo dei santi “; in questo luogo penetrava soltanto il sommo sacerdote.Il battesimo è la casa ” santa “; l’unzione è ” il santo del santo “; la camera nuziale è ” il santo dei santi “. Il battesimo comprende la risurrezione e la redenzione. La redenzione ha luogo nella camera nuziale. Ma la camera nuziale è superiore ad essa, poiché tu non troverai nulla come essa. “
Dal punto di vista della psicologia junghiana é possibile operare un parallelo tra il Lavoro sul Se che segue la Unzione gnostica al il lavoro sull’Animus/Anima proposto con il Processo di Integrazione di Jung che, a sua volta, traduce la fase della trasformazione che nella alchimia, reinterpetrata da Jung come terapia per la Psiche, viene denominata Albedo (che segue la Nigredo).
Alcuni indizi lasciano intravedere questo parallelo: Li riportiamo di seguito partendo dalla frase: “c’è fuoco nell’unzione”
In altre parole l’Uomo, dopo l’unzione, incontra il fuoco che si celava dietro le passioni superate e dominate, con il lavoro sul Se svolto indagando sulla origine dell’Errore che ha frammentato la sua Psiche in parti.
In pratica, l’uomo affronta il lato femminile atavico nascosto dietro le passioni, dopo avere affrontato, con il Battesimo, la integrazione dell’Ombra e quindi la ricostruzione del Se a partire dai frammenti della Psiche generati dalla etica del Bene e del Male..
In ogni uomo c’è una parte femminile strappataci dagli Arconti all’atto della scissione di Adamo in due parti (la parola “costola” in ebraico é la stessa che significa “parte”). Da quella scissione nacque Eva. Allo stesso modo in ogni donna c’è un aspetto maschile.
Dice Filippo :
“Nei giorni in cui Eva si trovava in Adamo, la morte non c’era; la morte sopravvenne allorché Eva fu separata da lui. Se rientra in lui, e se egli la prende in sé, la morte non ci sarà più.”
E aggiunge
“Se la donna non si fosse separata dall’uomo, non sarebbe morta con l’uomo: all’origine della morte ci fu la sua separazione. Perciò il Cristo è venuto a porre riparo alla separazione che ebbe inizio fin dal principio, e a unire nuovamente i due, a vivificare coloro che erano morti a motivo della separazione.”
Ecco la funzione del Cristo, associato al Crisma della Unzione e quindi alla Unzione: Riunificare ciò che fu separato.
Nel periodo successivo al sacramento della Unzione che separa, quindi, l’Uomo e la Donna dal sacramento della Camera Nuziale, i due ritrovano in se stessi il ricordo della controparte sessuale della Psiche (e probabilmente anche nel corpo come atavico ricordo di un organo sessuale mancante) che fu loro sottratta alle origini della creazione dagli arconti.
Senza questa fase non si affronta il successivo rituale della Camera Nuziale praticata, come vedremo, tra lo gnostico e la sua compagna di vita che egli avrà “riconosciuto” nel corso del lavoro su se stesso.
Infatti solo la “lucidità” acquisita strappando il velo che lo separava dalla visione della Verità e che adombrtava la sua percezione del mondo esteriore ed interiore, l’Uomo Gnostico può riconoscere la sua compagna di vita allo stesso modo in cui la Donna Gnostica riconsoce il suo compagno di vita.
L’Importanza di questo particolare passaggio della vita dello gnostico é sancito da questo brano:
” Il fuoco è l’unzione, la luce è il fuoco. Parlo non di questo fuoco che non ha forma, ma di quell’altro che ha la forma bianca della bella luce e dà la bellezza.
La verità non è venuta nuda in questo mondo, ma in simboli e immagini. Non la si può afferrare in altro modo.”
La sensibilità “femminile” acquisita nel periodo successivo all’Unzione attraverso la riconquista del lato “femminile” dell’Anima da parte dell’Uomo, lo conduce a vedere il valore simbolico della vita e a riconoscere la verità dietro “simboli ed immagini”. Questa é la “capacità intuitiva e ricettiva” che si acquisisce al dopo la Unzione e la conseguente “morte iniziatica, , ovvero il sacramento che precede il rituale della Camera Nuziale.