Occorre essere eroi per ribellarsi ad una educazione patologica.

Quando, nel nostro piccolo, prendiamo coscienza di quanto siano deleteri e patologici alcuni insegnamenti che abbiamo ricevuto sin da piccoli, e che la psicologia riassume nel termine “convinzioni limitanti“, ci viene spesso spontaneo dire a noi stessi : ” Ma come ho fatto a non accorgermi per anni di una cosa così evidente?

É solo allora che, avendo strappato via il velo che ci copriva gli occhi crediamo, erroneamente, di poter mostrare a tutti quanto siano palesemente errati ed autodistruttivi quei “motti” che sintetizzano quella educazione.

Sono frasi fatte  che ci hanno ripetuto da bambini sino allo sfinimento, inchiodandole e saldandole nelle nostre malleabili e delicate menti.

Ma come é possibile, ci diciamo, che i nostri genitori, gli educatori, coloro che ci amavano, abbiano potuto stuprare la psiche di un bambino come noi allora, operando su di lui la medesima violenza educativa  insensata che essi stessi avevano ricevuto?

Come é possibile che non si siano resi conto, per un’intera vita, che quei motti erano lesivi della dignità, della capacità di crescita e di reazione alle vicende della vita e di autodifesa che un bambino dovrebbe apprendere da un adulto, prima che dalla vita stessa?

Come é possibile che proprio chi ci ha amato di più non sia stato in grado di insegnarci a vivere e a “volare”, come un uccello insegna ai propri pargoli il volo, la caccia e la sopravvivenza, con il suo esempio vivo?

Solo allora comprendete che il motivo é un veleno che la nostra povera nazione ha dovuto bere a grandi sorsi senza possibilità di ribellione per secoli, il veleno di un insegnamento religioso patologico diventato parte costituente essenziale della sua ossatura.

Provate, ad esempio, a mostrare ad un vosto amico credente, quanto sia deleterio educare un bambino con una frase del tipo “se ti vogliono fare del male, porgi  l’altra guancia” oppure “ama il tuo nemico e chi ti fa del male”.

Episodi di bullismo sono sempre stati all’ordine del giorno, e quelli che chiamiamo “bravi ragazzi” ne sono,  da sempre, le prime vittime.

Il vostro amico credente, di fronte a queste domande, si farà in quattro per  trovare motivazioni contorte e filosofiche per giustificare questo motto, e vi dirà di certo, che voi non avete rispetto per la fede e non capite quanto sia sottile ed importante per la società questo messaggio.

A nulla varrà mostrargli che quella é l’ultima cosa da insegnare ad un bambino bullizzato.

Non avrete alcuna possibilità di fargli comprendere che un bambino non cerca i messaggi nascosti e non conosce contorsioni filosofiche e teologiche.

I bimbi ascoltano ciò che gli si dice e interpretano alla lettera ciò che diciamo, esattamente come lo diciamo.

Se gli si dice che Cristo é il massimo esempio di ciò che un uomo dovrebbe  essere e operare nella vita, il bambino ci crede, specie se gli si dice che quell’uomo é un Dio che si é incarnato e si é fatto massacrare per i nostri peccati.

Ma anche per i suoi.

Magari il bimbo bullizzato, “bravo ragazzo” con “buona educazione”, chiederá : ma quali peccati ho commesso?

E li giù una lista interminabile del prete di turno: ” non hai ubitito a mamma e papà”, “non ami mamma e papà come Gesù ti ha chiesto”, ” ti sei toccato! anatema!” , “hai pensato cose impure”, ” hai dato uno schiaffo a quel ragazzino perché voleva rubarti il tuo giocattolo”!

E magari, a rafforzare l’effetto di tutte queste “belle dottrine”, giunge immancabile il “mi raccomando piccolo, Gesù ti guarda ed é ovunque! Quindi se sbagli vai domenica dal prete e confessi tutti i tuoi peccati,  perché a me e ak prete puoi sfuggire, ma a Dio no!”.

Non avrete alcuna possibilità di successo, se tenterete di mostrar al vostro amico “prete vestito in abiti civili” che state massacrando un bambino con ció che tutti gli psicologi sanno essere il piú corrosivo e  distruttivo dei veleni “il senso di colpa”.

E la confessione?

Consideriamo, o almeno, se siete credenti provate a considetare tentando di mantenere mente aperta, il grado di  violenza profonda che si perpetua ai danni di un bambino quando lo si obbliga a ” confessare” ad un estraneo , che nulla sa di quel bimbo, cose che non riesce a dire neppure ai genitori.

Si tratta di cose spesso banali e normali, ma sono cose che la mente di un bambibi, educata a vedere ovunque il peccato, non sa distinguere e, per questo, ingigantisce.

Ed ecco quel metro scarso di cucciolo inginocchiato dietro una grata, solo e senza poter chiedere aiuto ai genitori, che viene sottoposto ad una immane violenza dalle parole di uno sconosciuto che gli chiede cose su cui i genitori non hanno mai neppure osato   pensare di interrogarlo.

Che può fare quel piccolo mentre la sua dignità di essere umano, prima ancora che di bambino, viene violentata il quel modo?

Confessa le povere cose che sono parte della sua breve e naturale esperienza o nasconde il bacio che ha dato alla amichetta o il fatto che era curioso del perchè  lei , per fare pipí, si  accovaccia?

No, non può dire quella cosa al prete che lo ha sgridato perché lo aveva visto dare un bacio all’amichetta!

Deve tacere.

Ecco, provate a spiegare al vostro amico bigotto, che in quell’esatto momento nella mente del bambino si é appena rotta una bottiglia di acido che lo corroderà espandendosi tutta la vita.

L’avere , in maniera sacrosanta e sana, preservato la sua dignità ed intimità dalle grinfie di un estraneo, ha  attivato in lui un devastante senso di colpa: “non ha detto al prete, che rappresentava Gesù sulla terra, di quel pensiero (innocente)!”.

Eh si! Il  prete aveva ragione quando diceva che il diavolo lo avrebbe preso : eccolo arrivato!

É diventato talmente cattivo che oltre che peccare, ha mentito a Dio stesso! Non avrà scampo!

Il senso di colpa ha cominciato a macinare .

Ora é preso dal turbio di pensieri negativi e non riesce per giorni a liberarsi dall’avere mentito, ma ha imparato a mentire.

E allora mente e mentirà sempre più spesso dicendosi “che sarà mentire a papà e mamma se ho mentito anche a Dio?”

Eppure ciò che di devastante ha imparato in quel momento, non é il mentire a Dio o agli altri, ma il mentire a se stesso.

É con questa ipocrisia interiore che ha appena cominciato a coltivare la Scissione del Se che, se le vicende della vita diventeranno troppo pensanti da gestire, sarà il suo rifugio ovvero l’anticamera della schizofrenia.

Se, invece, la vita non sarà cosi dura, avrà imparato a “farsi fesso” e a capire che l’etica può essere un ottimo affare per ingannare gli altri che ci credono, specie quando quest’etica é opposta e distruttiva della essenza della natura umana al punto tale che la sua applicazione letterale diventa un suicidio, come per l’etica cristiana..

Ed ecco che nasce la doppia o tripla etica dell’italiano medio, tutti i suoi vizi, la sua ipocrisia, la sua pusillanimità, la sua codardia. Vizi che sono presenti in noi in una misura tale da avervi reso proverbiali nel mondo.

Signori miei la cosa difficile ed eroica é mettere in discussione ciò che é palesemente errato e patologico, ovvero tutti i cardini della dottrina cristiana perché quei cardini sono stati fraudolentemente messi in bocca a Dio stesso fattosi uomo.

E per rendere ancora più convincente e più disperatamente eroico l’atto di ribellione a questo veleno educativo, si é dato un senso etico devastante allepisodio  dell’assassinio di un ribelle ebreo, mettendogli in bocca un insegnamento che neppure mai pronunciò e mai pensò in questa forma.

La scoperta dei manoscritti di Nag Hammadi nel 1945, ci ha rivelato quanto quel l’insegnamento sia abissalmente differente da quello che ci é pervenuto e quanto, per incredibile paradosso, fosse vicino al pensiero del padre della psicologia moderna, Carl Gustav Jung.

Il pensiero di un uomo che voleva liberare il suo popolo dai lacci e laccioli  di una religione costruita attorno ad una velenosa idea di Dio spingendo l’uomo ad un rapporto limpido e sano con se stesso é stato trasformato in una trappola le per la psiche.

Tornano al tema, in sintesi, é così difficile mettere in discussione l’ovvietà del danno permanente che la dottrina cristiana reca alla dignità dell’individuo , alla sua sana crescita , alla sua capacità di autodifesa e di combattere nella giungla della vita di ogni giorno, perché quel l’insegnamento non é solo stato messo in bocca ad un Dio fattosi uomo ma si é anche montata attorno  una favoletta per bambini assai efficace.

Una favoletta che racconta come quell’insegnamento  Dio lo ha messo in pratica nella sua stessa vita e nella sua morte.

Quale solitario eroe  avrebbe  il coraggio di mettere in discussione quelle idee se era stato Dio stesso a pronunciarle e persino a metterle in atto con il suo esempio di vita e di morte?

 

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Sabato Scala, Ingegnere elettronico e ricercatore indipendente, ha elaborato e sperimentato nuove teorie e modelli matematici nei campi della Fisica dell’Elettromagnetismo, delle Teorie dell’Unificazione, dei modelli di simulazione neurale. In quest’ultimo ambito ha condotto ricerche e proposto una personale teoria dei processi cognitivi e immaginativi suggerendo, sulla base della teoria di Fisico tedesco Burkhard Heim e del paradigma olografico prima, e della fisica del vuoto superfluido negli ultimi anni, la possibilità di adozione del suo nuovo modello neurale per la rappresentazione di qualunque processo fisico classico o quantistico