A Natale girano i Diavoli: perché? L’altro senso di una festa

Dicembre 25, 2017 Sabato Scala 0

Il”A NATALE GIRAN’ E’ RIAVOLI” ovvero a Natale circolano i diavoli diceva mia nonna.
E’ un antico detto campano che proviene da una atavica sapienza popolare e tiene in conto di un fenomeno evidente meno sempre esistito che meriterebbe uno studio sociologico e psicologico specifico: l’amplificazione sasperata dei comportamenti e dei sentimenti negativi, sia personali che collettivi in contrasto con l’idea del giorno in cui tutti dovrebbero essere buoni.

I vecchi credenti, come mia nonna, avevano la loro infallibile spiegazione: era il demonio che infastidito dalla festività con cui si ricorda la nascita del suo nemico , Gesú e dal “giorno della bontà” si ribella e prende più prede dell solito tra i “deboli” ed i poco credenti .

In questo modo i vecchi mettevano un argine morale alla tristezza e ai sentimenti negativi facendo credere a grandi e bambini che quel senso di fastidio che sentivano nel cuore difficile da qualificare e da spiegare, aveva provenienza demoniaca e quindi andava tenuto lontano. In ogni caso testa testimoniavano di un fenomeno che in maniera diretta o indiretta tutti noi sperimentiamo in questo periodo.

Se ci limitassimo alla questione meramente psicologica seguendo il modello junghiano potremmo dire che PA saggezza popolare aveva ben identificato la sorgente dell evento, l’inconscio che corrisponde al “diavolo” nel modello associativo che deriva dalla educazione alla “scissione del Se” iniettato dalla teologia e dalla morale dei paradossi di matrice cristiana.

Mi spiego.

La morale cristiana indica l’origine del male in quei “noi inspiegabili” che vengono dal profondo e che paradossalmente si amplificano in misura uguale al tentativo di soffocarli con “i buoni sentimenti”.

San Paolo ed i vari santi che sono seguiti, identificava questo fenomeno in quella che chiamò la Maledizione della Legge Ebraica e che tento di superare con la Legge del Nuovo Testamento in contrapposizione al Vecchio testamento e alla Vecchia Promessa e Vecchia Legge.

Anche in questo caso Paolo fu estremamente preciso nella identificazione della ” origine del male”, ovvero la Legge, ma non comprese la causa vera del male che é in ciò che ogni tipo di “legge morale”, e quindi anche la sua invenzione cristiana ovvero il “suo” Gesù di Amore ed il corredo di corollari della Nuova Legge Cristiana, rappresentano e creavano.

Ciò che chiamiamo Male e sempre originato da una Scissione del Se, ovvero da un Paradosso che separa ciò che necessitiamo di fare e che ci viene dagli istinti di sopravvivenza che preservano e perpetuano la nostra vita e ciò che collettivamente , come gruppo di uomini, sarebbe necessario facessimo per preservare la collettività.

É da questa esigenza di mediazione tra gli interessi del singolo e della collettività che si genera la necessità della Legge sociale.

Il contrasto tra l’interesse generale e collettivo genera la difficoltà di applicazione della Legge che rende necessaria la nascita di gruppi di “privilegiati” che governino e facciano rispettare la legge.

Peccato che questi privilegiati vivano su di se lo stesso contrasto e, forti dei loro privilegi, modifichino e creino leggi per cui la collettività venga obbligata a lavorare nell’ interesse di questa casta.

Evidentemente una legge che privilegiaalcuni a danno e a spese della collettività é indigesta e genera ribellione mossa DSL naturale istinto di sopravvivenza che si amplifica in misura del paradosso evidente di diversi sacrificare non nell’interesse della collettività ma di uno sparuto gruppo di parassiti privilegiati.

Ecco quindi la necessità di educare l’uomo ad una paura interiore una punizione che proviene inesorabile da un essere invisibile che tutto vede e tutto giudica.

Di fronte alla evidente ingiustizia FI questo essere che privilegia e difende alcune minoranze a danno di tutti, e di fronte alla evidenza che questo essere “giusto” invisibile che difende sulla carta il Popolo ma di fatto opera solo perché il mondo sia schiavo di sparute minoranze la ribellione perl’amplificarsi del paradosso si fa ancora più forte.

Nella impossibilità di mostrare la “giustizia e la bontà” un Dio che difende i privilegi e schiavizza il mondo facendo, fon le sue leggi, in modo che pochi eletti vivano a scapito delle sofferenze del mondo serve un ulteriore motivazione interiore che spinga gli schiavi a Edgar tali, la paura di punizioni enormemente peggiori ed eterne che ci toccheranno in una vota dopo la morte.

E fin qui era arrivato l’ Ebraismo e l’Islamismo colmando il paradosso di un popolo che, seppure schiavo di una elite di privilegiati aveva la promessa di dominare su tutti gli altri popoli della terra.

Il lato improbunciabile di una festa