PERCHE’ I MERCATI CONTINUERANNO A SCOMMETTERE SUL GOVERNO GIALLO-VERDE

a cura di Mago Sabotelma

La profezia é una antica scienza in fondo non tanto diversa da quelle moderne.

Richiede capacità di osservazione, apertura mentale, grande curiosità, la capacità di guardare in tutte le direzioni – specie dove gli altri non guardano o temono di guardare – esercizio ma, soprattutto, una naturale prediziosizione all’ intuizione e all’ascolto, spesso fisico, di alcune sensazioni e impressioni profonde.

Ma la vera profezia non si limita ad anticipare il futuro, talvolta lo determina.

Terrorismo psicologico

“Non arriveranno ad Agosto”, “I mercati ci puniranno”, “Lo spread schizzerà a mille e interverrà la Troika”.

Un martellamento costante e continuo su tutte le maggiori reti televisive (Rai, La7, Mediaset) é il “veleno” che siamo costretti a subire quotidianamente. Tutti (l’Europa dei burocrati, i media e gli oppositori del governo) attendono anzi, agognano, la catastrofe, e la catastrofe dovrebbe venire dai mercati; i mercati però sembrano sfidare tutti e guardare oltre o, forse, semplicemenete altrove.

Del resto i mercati sono scommettitori e provano a fare gli indovini, ma un indovino ed un vero scommettitore non ama scommettere lì dove tutti metterebbero i loro soldi, ma cerca di guardare quel futuro probabile ma così “fuori dalla norma” che pochi ancora intravedono. In quel futuro c’è guadagno certo.

Sarà per questo che, nonostante tutte le Cassandre che annunciano sciagura il famoso Spread (differenziale tra titoli italiani e tedeschi) dell’Italia tiene nonostante la sfida che il Governo Giallo-Verde ha lanciato alla UE con la nota di aggiornamento al DEF che punta ad una soluzione “Keynesiana” al problema economico: ovvero aumento del debito pubblico, nei periodi di crisi e di contrazione della domanda basato, fatto per alimentare investimenti di Stato per riattivare l’economia.

Questa é l’unica soluzione possibile, lo sanno i mercati, lo sanno gli economisti ma gli eurocrati fingono non sia vero, ovviamente a loro non interessa nulla del nostro paese ma solo della tenuta della infrastruttura europea fondata sullo strapotere delle banche e della finanza (Grecia docet).

Economisti e mercati sanno anche un’altra cosa: l’iniezione di investimenti pubblici, se non é sufficientemente sostanziosa e protratta nel tempo, non ha alcun effetto sulla ripresa della economia e della domanda e questa massiccia dose di investimenti dell’ stato in opere pubbliche funziona solo se é finanziata a debito, ovvero se non si chiedono tasse agli stessi individui, aziende e società che si cerca di aiutare sostituendo ad una domanda asfittica, una domanda “artificiale” di lavori finanziati dallo stato.

La UE finde di non saperlo, ma i mercati lo sanno. Ma é solo questo che li spinde a comprare BTP italiani e quindi a dare credito al governo Giallo-Verde e a finanziarlo?

Il vecchio Trend americano e la politica di Obama

Il Trend, ovvero la tendenza dell’econommia internazionale é ciò che i mercati guardano con particolare attenzione riservata soprattutto ai paesi leader di questo trend, prima di tutto l’America, e l’Americoa di oggi é assai diversa dall’America di Obama, ma in che termini?

Volendo sintetizzare possiamo dire che con Trump l’economia americana ha virato di 360 gradi rispetto al liberismo.

Ma anche Obama lo aveva fatto attuando una politica keynesiana, ovvero impegnando lo stato in grosdi investimenti pubblici ma al contempo senza dimenticare la necessità di non lasciare indietro gli ultimi, ben sapendo che quando si strascura la povertà ed i meno fortunati, alla fine il sistema si squilibria e quel disagio ricade, in un modo o nell’altro su tutto il paese.

Ma Obama non ha mai voluto rinunciare al concetto globalizzante del mondo. Era un pò una scommessa. Visto che la globalizzazione si fonda sul libero mercato, chi é leader nel libero mercato ha tutta da guadagnare dalle crisi, specie se i paesi concorrenti si sono vincolati ad una economia liberista e se il paese “forte” si può permettere di variare il suo approccio economico da liberista a keynesiano.

L’america di obama, infatti, sapeva benissimo che l’Europa vincolata da un sistem ainterconnesso di trattati ad una moneta gestita in modo liberista, non sarebbe uscita facilmente dalla crisi, anzi alcuni paesi, quelli deboli, sarebbero rimasti perennemente in crisi, facendo avanzare l’europa con il “freno tirato”.

Obama ha quindi lasciato che la depressione più nera sconvolgesse paesi come la Grecia e si estendesse alla Spagna e quindi all’Italia perchè sapeva che la Germania, pur avvantaggiata dalla sua leadership in Europa e dal suo imporre una politica suicida fatta di austerity agli altri paesi in crisi, di fatto aveva l’obiettivo di eliminare, non la concorrenza americana, ma quella interna di paesi come l’Italia.

L’Italia, infatti, prima dell’Euro, esportava assai più che la Germania potendosi permettere una moneta assai meno “forte” del Marco e prezzi molto più competitivi per beni di pari valore rispetto a quelli prodotti in Germania.

Ma la politica di Obama, per il libero mercato, alla lunga si é dimostrata deleteria per l’America nonostante la virata keynesiana. Obama non ha considerato che anche un paese leader come l’America, non può permetetrsi di mantenere una politica di investimenti a debito e di sostegno dello stato se, allo stesso tempo, non pratica una seria politica di difesa delle frontiere perchè resta soggetta ai tassi di cambio della moneta.

Mi spiego.

Tutto per Obama ha funzionato fino a quando il rapporto euro dollaro si é aggirato intorno ad 1.3 – 1.4 (talora anche ad 1.5). Le esportazioni hanno fuznionato in America perchè una moneta svalutata rispetto a quella in circolazione in Europa ha permesso di sostenere le esportazioni verso l’eruopa stessa e quindi di tenere in attivo il rapporto esportazioni verso importazioni.

Poi é intervenuta la politica innovativa ed accomodante della BCE. La Banca Centrale ha infatti constatato che la speculazione sui titoli di stato di alcuni stati membri stava fortemente danneggiando l’Europa e che il valore alto della moneta non rispecchiava il valore reale dell’Europa nel suo complesso. Ha, quindi, deciso di attuare una massiccia politica di abbassamento dei tassi di interesse per agevolare le banche nell’acquisto dei titoli di Stato.

Essendo anche questa manovra risultata insufficiente epr far calare il tasso di cambio dell’Euro, ha deciso di attuare il cosiddetto QUantitative Easing, ovvero l’acquisto massiccio di titoli di stato dei paesi in difficoltà da parte della Banca centrale. Solo allora il tasso di cambio euro dollaro é sceso sotto gli 1.20.

A questo punto il vantaggio competitivo americano legato ad un dollaro debole, si é perso del tutto e l’Ametica ha cominciato ad importare più di quanto non esportasse.

Le crisi finanziarie e bancarie, da cui era brillantemente uscita attuando una politica keynesiana, sono tornate in altra forma: quella della chiusura delle imprese, della disoccupazione e della conseguente contrazione della domanda interna.

Occorreva una nuova politica.

Il nuovo Trend americano e la politica di Trump

Ciò che occorreva, prima d’ogni altra cosa, era una attenzione forte sull’America e gli americani, il famoso “Americans firrst” di Trump.

Perchè ciò funzionasse occorreva ribaltare l’apertura dell’America ai mercati. In sinetsi, quando non puoi giovare di una moneta debole epr esportare occorre applicare dazi e restrizioni alle importazioni ed avviare una guerra ai settori dell’importazione che più mettono a rischio l’economia americana e tra questi quello automobilistico.

Avendo avvertito quest’aria occorre dare atto a Malchionne che é stato l’unico a comprendere come aggirare l’ostacolo: ovvero facendo divenire, di fatto, la FIAT una fabbrica americana. Con lungimiranza ha acquistato in tempo utile la Chrysler e ha trasferito la sede legale della fabbrica in America.

A questo punto sono partite le indagini americane sulle emissioni delle auto europee e sul “bluff” delle emissioni ridotte taroccate. Non contento, anzi, e visto che la concorrenza si basava interamente sunna riduzione dell’inquinamento e sul business ecologico Tump ha ribaltato la politica di obama fregandosene della ecologia e togliendo altri importanti legacci alla produzione americana.

Quindi, in sintesi, la politica di Ttump, pur restando keynesiana ha optato per l’antiglobalismo e la forte difesa del mercato interno con una guerra dichiarata basata dui dazi, al mercato estero.

Ma la guerra di Trump al nemico in Europa, ovvero la GErmanian, non é finita qui. Trump ha capito che l’aria in Europa stava cambiando e che si poteva alimentare il fuoco della rivolta e azzerare il nemico europeo e tedesco ferendolo al cuore, ovvero annientando la moneta unica.

Impresa tutto sommato semplice se si toglie una delle tre gambe al tavolo europeo, la più debole: l’Italia.

L’Italia nel progetto americano

Ma come può, l’Italia, fungere da grimaldello per l’euro? Semplice alimentando l’uscita del paese dalla Moneta Unica e fomentando tutte quelle forze che tendono ad attuare questa soluzione.

Trump sa bene che i tempi sono maturi e che per l’Italia una politica fortemente espansiva, keynesiana e di investimenti a debito é assolutamente necessaria ed urgente, ma sa bene che questa politica non potrà essere attuata nell’ambito di questa europa e di questo euro.

Di coseguenza ha da tempo inviato il suo “Portavoce ombra” Steve Bannon a intessere rapporti con le forze estremiste di destra in Europa, da Salvini alla Le Pen ad Orban.

Una Europache vede i sovranismi alleati contro la Troika non può, che portare ad una maggiore indipendeza degli stati e, con il tempo, al fallimento della moneta unica con il rotorno alle monete nazionali.

Ma perchè il piano funzioni l’America deve attuare una difesa dei governi liberamente eletti da un popolo stremato, e questa divesa va fatta sul campo di battaglia: i mercati.

L’unica difesa possibile per un paese come l’Italia é quella che tende a bloccare la speculazione sui titoli di stato perchè é proprio alimentando quella speculazione che i trattati europei consentono di accatonare i governi democaticamente eletti e commissariare i paesi che ne sono vittima.

L’arma americana, quindi non può che essere l’acquisto massiccio di titoli di stato italiani in proprozione a quanto verrà a mancare il Quantitative Easing della BCE (già dimezzato e che sparirà, salvo ripensamenti,  entro la fine dell’anno.

Ovviamente questo “aiuto” non é gratuito, l’America vuole riconquistare sull’Italia la stessa forza che aveva quando ha trasformato l’Italia in un grande paese. Ovvero vuole avere voce in capitolo. Ma tutto sommato all’Italia conviene, anche eprchè non ha molta scelta.

Che é successo in borsa?

Il primo dato rilevante é la costante flessione dell’Euro iniziata a febbraio con il risultato delle elezioni in Italia.

L’euro ha iniziato una costante e lenta felssione che l’ha portato, in meno di sei mesi, dall’1.25 di febbraio a 1.15 di oggi.

Al contempo, la formazione del governo giallo-verde, che tutti associavano ad un tracollo in borsa dei titoli italiani ha si alzato lo spread, ma nel complesso questo divario si é costantemente tenuto, in media, sotto la soglia psicologica dei 300 punti base.

In pratica i mercati hanno capito che per l’Italia non c’è altra scelta che una politica keynesiana ed espansiva ed una inversione di tendenza e premiano il governo che l’attua. Inoltre hanno anche compreso che se il tentativo dell’italia di invertire la politica si austerity e della troika approfittando delle prossime elezioni euopee e din atetsa di quelle, funziona, l’Europa cambierà volto e l’Italia si salverà dal collasso certo e lento cui l’ha portata la politica liberista e rigida dell’eurozona.

Sicuramente, a differenza, di quanto i media affermano, il Piano B, proprio eprchè piano di riserva, é visto con serietà e con attenzione dai mercati e non con “apprensione”.

Di fatto, l’esistena di una soluzione alternativa, qualora l’Italia non riscisse a cambiare la politica europea e di gestione della moneta unica, più che preoccupare gli analisti di borsa dà loro sicurezza almeno quanto la danno la schiera di economisti che questo governo ha portato nei nodi cardine della macchina governativa.

A questo i mercati aggiungono una ulteriore certezza, Trumpnon mancherà di appoggiare l’Italia sui mercati con un massiccio acquisto dei titoli di stato italiani in cambio di una attuazione del Piano B, di conseguenza, anche se il Piano A non dovesse funzionare, i mercati sanno che l’Italia può contare su spalle forti.

Ma i mercati sanno anche che, seppure le spalle forti dovessero venire a mancare perchè, nel frattempo, l’Europa ha trovato un qualche modo per neutralizzare Trump, per l’Italia non ci sarebbe altra scelta.

Che cosa può scoraggiare i mercati e spingere alla vendita dei BTP facendo alzare lo spread?

Sappiamo di sicuro che tutte le azioni adottate per fare alzare lo spread italiano non hano avuto, fino ad oggi, effetto.

Di certo nessun effetto ha avuto il martellamento mediatico di giornali e televisioni europee e nazionali per diffondere sfiducia nel governo.

Nella scorsa settimana non ha funzionato neppure i susseguirsi di minacce da parte della UE e la rigidità mostrata rigettando la nota di aggiornamento al DEF e rimandando a casa il ministro Tria.

Nel WK, essendo andati a vuoto tutti gli attacchi, ‘europa ha schierato direttamente Draghi, e per suscitare preoccupazione nei mercati, ha spindo il presidente della BCE, in maniera del tutto inusuale rispetto al protocollo, a recarsi da Mattarella.

Che cosa si sono detti non ci interessa ma possiamo immaginarlo, CIò che conta é il messaggio di preoccupazione che si é voluto dare ai mercati.

E’ sercito? No! L’ spread é rimasto stabile e l’euro in costante calo.

E allora Draghi ha avuto il via libera per l’ultima, disperata mossa: minacciare l’intervento diretto della BCE attraverso il meccanismo previsot dai trattati di commissariamento dell’Italia.

Ma c’è da chiedersi: davvero l’Europa é preoccupata? E per quale sforamento sarebbe preoccupata? Il 3% non di certo, e allora cosa la preoccupa?

Sono forse le previsioni ottimistiche del governo? Neppure quelle dovrebbero, infatti se pure non si realizzassero il tetto del 3% rimarrebbe inviolato anche nella peggiore delle ipotesi previsionali.

E allora cosa preoccupa la UE?

Semplice: preoccupa la indipendenza, la capacità decisionale, la coesione e da determinazione del govenro ad andare avanti. In sintesi alla UE interessa far cadere questo governo prima delle elezioni del 2019.

Ora c’è da chiedersi se i mercati e gli inversitori dovrebbero dare retta a questi atteggiamenti conservatori e di forte agitazione della UE che non sono basati su alcun dato economico reale, anzi che violano il buon senso economico e minano il bene del paese di cui detengono i titoli di debito.

C’è anche da chiedersi se i mercati non scommetteranno, sul lungo termine, guardando il trend economico mondiale ed il futuro reale di una moneta gestita con una politica che ha fallito in tutto il mondo e che, per giunta, è completamente ingessata da meccanismi capesto che la legano indissolubilmente a questa politica fallimentare ed antistorica: glibalismo e liberismo.

C’è, ancora, da chiedersi de devono dar retta ad un gruppo do burocrati che, con ogni probabilità, cverrà messo alla prota tra sei mesi o, invece, attendere e tenere in tasca un investimento che potrebbe rivelarsi un sucecsso imprevisto: quello dei titoli di stato Italiani e magari acquistarli ora che sono ad un prezzo assai più appetibile che quello che meriterebbero, almeno stando ai fondamentali ed alle prospettive.

Quindi, perchè dovrebbero dar fuoco alle polveri e bruciare un investimento con alte probabilità di successo se lo scontro Italia-UE continua a mostrare un governo “con le palle” deciso a portare avanti una politica che serve al paese?

 

 

 

 

 

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Sabato Scala, Ingegnere elettronico e ricercatore indipendente, ha elaborato e sperimentato nuove teorie e modelli matematici nei campi della Fisica dell’Elettromagnetismo, delle Teorie dell’Unificazione, dei modelli di simulazione neurale. In quest’ultimo ambito ha condotto ricerche e proposto una personale teoria dei processi cognitivi e immaginativi suggerendo, sulla base della teoria di Fisico tedesco Burkhard Heim e del paradigma olografico prima, e della fisica del vuoto superfluido negli ultimi anni, la possibilità di adozione del suo nuovo modello neurale per la rappresentazione di qualunque processo fisico classico o quantistico