Il ritorno del Medioevo: favole, magia, complotti in un mondo stuprato

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Eppure, nonostante tutto, il fenomeno complottistico mi affascina come la storia medioevale da un punto di vista psicologico e sociologico.

Il millenarismo medievale e la profonda ignoranza che aleggiava sovrana tra la povera gente d’Europa, affamata e seviziata da una, tutto sommato, limitata gerarchia di nobili, somiglia in maniera impressionante ai tempi che viviamo.

Grandi imperi, come quello teutonico o francese, erano fatti da miriadi di corti incasellate come zirconi di pessima qualità  in una collana  preziosa solo agli occhi poco attenti, e al centro di quel monile un immondo diadema, il re.

Figure meschine, sbiadite e quasi sempre inette e deboli almeno quanto depravate e smodate erano le passioni che esercitavano senza freno, apparivano, fuori da quelle corti, come esempio di forza, potenza e di massima espressione delle migliori virtù umane.

Allora come oggi, una sequela di individui appartenenti a famiglie che si tramandano il potere di padre in figlio, vivevano sulle spalle di una massa di disperati che “sopravvivevano” tra agglomerati fetidi e sporchi.

Quanto somigliano a quei ghetti fetidi le ferie delle grandi città!

Un insieme di disumane periferie della umanità che, allora come oggi, vivevano nel grigiore della disperazione quotidiana, rotta di tanto in tanto, da messi a cavallo venuti a riscuotere in gabelle quel pochissimo che la terra,mal coltivata da quella povertà riusciva a dare .

In quella epoca nacquero le grandi leggende di draghi, di mostri e di stregoni, tutti al servizio dei nobili malvagi. Il signorotto del posto diventava solo la parte invisibile di un complotto cosmico che vedeva il povero e disperato essere legato ad un destino senza uscita da forze sovrumane ed invisibili .

Doveva per forza esistere la magia e i mostri possenti dietro quel potere immenso che teneva legato il destino di centinaia di migliaia di persone ad uno sparuto gruppo di individui, che si facevano chiamare “nobili”.

Essi  vivevano chiusi tra le mura dei loro palazzi o viaggiavano come ombre in carrozze lussuose nascondendosi dietro le tendine e sfrecciando tra le stragd polverose, scortati da una pletora di soldati che dovevano salvarli dall’odio di cui si erano circondati.

Quanto somigliano alle auto blu di certi politici e uomini di affari invisibili dietro i vetri oscurati e gongolanti del potere che mostrano in base al numero di poliziotti e agenti armati che li scortano e lo salvano dall’odio della folla!

Quegli anni bui di allora mi paiono fin troppo simili a quelli che viviamo, con l’unica differenza dei grandi cieli azzurri e di una natura incontaminata fatta di boschi e foreste impenetrabili che esistevano allora e che sono spariti.

Allora l’ingiustizia sociale si reggeva su una serie di credenze sulla superiorità’ quasi divina dei principi e dei loro vassalli, che erano date per scontate come per scontato era dato il fatto che la gente veniva al mondo solo per servire e farsi sfruttare dal nobile di turno,dare tutto quello che serviva per vivere, a chi già aveva tutto e lasciare a se stessi meno di quello che occorreva per sopravvivere.

La povertà era un fatto scontato, naturale e diffuso che dilagava diventando l’ unico scenario esistente fuori dalle corti.

E, allora come oggi, le grandi leggende e le storie di mostri e di maghi che complottavano per rendere i nobili così invincibili, si generavano proprio all’ombra delle corti europee alimentati da cantori servili.

Quei cantastorie si muovevano ovunque giungendo nei paesi e belle lande più desolate come una internet delle bugie e delle mezze verità.

Una propaganda nata per tenere la gente, assetata di queste storie terribili, al guinzaglio e scoraggiare le ribellioni interne e le invasioni degli eserciti stranieri.

Una immensa debolezza vestita di forza dalle leggende medievali alcune delle quali divenivano vera e propria letteratura.

Allora erano le gesta dei prodi e nobili cavalieri dietro cui si nascondevano, invece, le turpi storie di razzie, stupri e violenze che questi “nobili cavalieri” compivano in nome del re o della religione.

Anche l’essere un soldato diventava un mestiere, allora come oggi.

Mercenari che si addestravano nell’arte della distruzione e che si vendevano al migliore offerente giravano razziando e prendendo quello che desideravano, in nome del nobile di turno, tollerati solo perché mettersi contro i “soldati di ventura” voleva dire morte certa.

Oggi le guerre vere e con le armi, si fanno lontano come allora.

C’è sempre il terrorista islamico di turno da odiare o il feroce Saladino che sbarca sulle coste con i suoi saraceni pronti a razziare l’Europa per imporre l’Islam.

E per combatterli occorreva, allora come oggi, che si inviassero truppe di crociati per invadere le terre dei miscredenti.

Allora la religione “vera” era quella cattolica, oggi ha solo cambiato nome.La chiamiamo “democrazia”.

Eppure anche in questa nuova illusione, nulla e’ cambiato.

Allora era il paradosso di una idea egualitaria del mondo, fatta di amore, solidarietà’ , umiltã e conconvordia, il Cristianesimo, che era usata come strumento per imporre il potere nobiliare ed ecclesiastico, come un mostro orrendo e tentacolare che, invece,  bramava ed esercitava le peggiori turpitudini.

Oggi nel nome della nuova religione mondiale egualitaria, la democrazia , si dominano i popoli, si invadono, li si affamano e si stuprano le loro donne e le loro menti.

Ieri le leggende della invincibile potenza dei nobili erano diffuse dalle ammalianti menzogne sulla letteratura cavalleresca, ammantata di mostri e magie che tutti credevano vere, oggi i complotti continui sbandierati ad arte e seminati tra i nuovi cantori e cantastorie della rete, si diffondono e vengono creduti veri, oggi come allora.

I campi di battaglia non sono poi tanto mutati.

Oggi fuori dall’Europa e dell’Occidente , si combattono le guerre vere in casa altrui, mentre dentro i confini le guerre sono fatte di beghe e conquiste territoriali nei campi della economia, della politica e della finanza, di loschi traffici, di scambi di piccoli e grandi poteri, e in una serie ramificcata di schiavi che si vendono per pochi o tanti spiccioli e che non hanno alcuna etica, salvo quella di godere del loro piccolissimo potere e del livello dei soprusi che sono in grado di praticare impuniti e protetti dal loro ruolo di venduti alla gerarchia.

Quanto sembrano lontani, eppure son passate solo poche decine di anni, i tempi in cui i diritti dei “lavoratori” erano sacrosanti e difesi con spranghe e bastoni da milioni di individui!

Quelle folle, quelle si! Davvero erano in grado di far paura a ricchi e potetenti, perche’ un parassita non vive se il corpo infestato si ribella smettendo di credere alle favole dei grandi complotti e combattendo per superare la propria condizione di sottomissione.

Quella condizione, é  patologia e non certo lo stato normale di un corpo sano.

Ma prima occorre far rinascere ció che mancava allora come oggi, riappropriarsi della cultura  bandendo i nuovi cantastorie come propagine del potere loro favole complottistiche come un narcotico velenoso

Quelle favole complottistiche, nel medioevo di allora come in quello di oggi, hanno il solo scopo di far apparire quel potere ineluttabile e far dilagare la rassegnazione di fronte al misterioso macigno di imponderabili ed invisibili mostri, oltre impedire che si diffonda una cultura dei diritti 

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Sabato Scala, Ingegnere elettronico e ricercatore indipendente, ha elaborato e sperimentato nuove teorie e modelli matematici nei campi della Fisica dell’Elettromagnetismo, delle Teorie dell’Unificazione, dei modelli di simulazione neurale. In quest’ultimo ambito ha condotto ricerche e proposto una personale teoria dei processi cognitivi e immaginativi suggerendo, sulla base della teoria di Fisico tedesco Burkhard Heim e del paradigma olografico prima, e della fisica del vuoto superfluido negli ultimi anni, la possibilità di adozione del suo nuovo modello neurale per la rappresentazione di qualunque processo fisico classico o quantistico