Il collegamento tra l’Ossario di Giacomo e gli ossari della Tomba di Gesù a Talpiot

Prefazione

Che relazione esiste tra il famoso l’Ossario di Giacomo e la probabile tomba di Gesù e della sua famiglia a Talpiot?

Quando nel 2002 apparve questo reperto, un ossario del I secolo d.C. recante la incisione “Giacomo figlio di Giuseppe Fratello di Gesù”, si é generò una feroce e lunga polemica relativa, ceh riguardò dapprima la autenticità del reperto, poi, dimostrata questa, si ipotizzò la non autenticità della scritta, e dimostrata anche questa, alcuni proposero la probabile non autenticità della parte “fratello di Gesù” rispetto alla parte sicuramente originale “Giacomo figlio di Giuseppe”. Le accuse di falso portarono alla sbarra il prorietario del reperto, Oden Golan.

Il 14 marzo 2012 Golan fu scagionato dal reato di falsificazione ed assolto grazie alle analisi condotte sul reperto, portate dalla difesa durante il processo, oltre quelle raccolte con successive analisi, che hanno dimostrato la completa autenticità del manufatto.

Ovviamente la delicatezza delle corde che tocca questo reperto, consiste nella sua aderenza a quanto sappiamo del fratello di Gesù, Giacomo capo della chiesa di Gerusalemme, che proprio in questo modo viene appellato nei Vangeli oltre che nella parte sicuramente considerata autentica (rispetto a Tesimonium Flavianum) del resoconto di Giuseppe Flavio nelle Antichità Giudaiche (Giuseppe Flavio, Antichità Giudaiche, Libro XX, Capitolo 9, Paragrafo 1) .

Nella vasta raccolta di iscrizioni ebraiche, infatti, in nessun caso viene riportata una iscrizione in cui, insieme alla paternità, viene sottolineata anche la parentela con un fratello evidentemente più famoso, Gesù. Di conseguenza é estremamente probabile che il modo unico di identificare l’uomo inumato in questo ossario, sia la prova che questo é proprio il personaggio descritto nei vangeli e, ovviamente, questo rende reperto, tra i più importanti tasselli a dimostrazione della storicità di Gesù.

Come se questa non fosse di per se, una già straordinaria scoperta, una ulteriore incredibile possibilità si é aperta quando, dopo l’apparizione dell’ossario, si é, pochi anni dopo, aperta una polemica ancor più accesa sul una tomba ritrovata a Talpiot nel 1985, che du allora velocemente analizzata e dalla quale furono prelevati 10 ossari, prima che fosse richiusa per costruirvi sopra un insediamento abitativo.

Dei dei 10 ossari solo 9 furono depositati, mentre uno sparì misteriosamente.

Gli ossari contenevano nomi davvero singolari:

  • Yshw’ br Yhwsp (Yeshua bar Yosef): Gesù figlio di Giuseppe
  • Mariamenou e Mara: c’è un acceso dibattito sulla traduzione di questa epigrafe, fondamentale per la tesi del documentario. Potrebbe significare “Mariamne conosciuta anche come Mara (Maestra)” e Mariamne verrebbe interpretato come il nome di Maria Maddalena, una delle più importanti seguaci e predicatrici, nonché moglie di Cristo.
  • Yhwdh br Yshw’ (Yehuda bar Yeshua ): Giuda figlio di Gesù. Giuda sarebbe
  • Mtyh (“Matiyahu” o Matteo): probabilmente non ricollegabile all’evangelista, ma forse un fratello di Gesù essendo una tomba di famiblia.
  • Ywsh (Yose, diminutivo di Giuseppe): questo sarebbe il fratello di Gesù citato con questo rarissimo appellativo nel vangelo di Marco.
  • Mryh (Miriam, Maria): sarebbe la madre di Gesù.

L’analisi statistica della possibilità che questi nomi si presentino contemporaneamente in una singola tomba aveva fornito già una probabilità relativamente alta che questa sia proprio la Tomba di Gesù, e che, quindi, l’ossario di Gesù sia quello del protagonista dei Vangeli, con tutto quello che questo comporta in merito all’annoso tema religioso della resurerzione.

Questa dimostrazione statistica é stata, sin da subito, considerata insufficiente a garantire che questa sia la Tomba di Gesù.

La tomba appariva riempita per metà da infiltazione di terreno entrato da una spaccatura creatasi per un violento terremoto che aveva, probabilmente, reso accessibile la tomba a predatori. Secondo alcuni il decimo ossario non é l’unico a mancare, ma almeno un’altro potrebbe essere stato trafugato in passato in considerazione della completa assenza di ossari su una delle pareti dove gli appositi alloggiamenti e l’arcosolio furono ritrovati vuoti al momento dello scavo.

A rafforzare la possibilità che questo sito rappresenti davvero la tomba della famiglia di Gesù, é intervenuto un lavoro archeologico condotto nel 2007 sotto la guida dello storico ed archeologo James Tabor cui ha collaborato anche il famosto storico ed archeologo del Cristianesimo Primitivo James Charlesworth, sfociato in un documentario dal titolo “The Lost Tomg of Jesus”..

Questo lavoro ha riguardato la cosidetta tomba “Talpiot B”, situata nelle immediate adiacenze della tomba Talpiot. Attraverso un braccio robotico si é esplorata la tomba ed é stato fotografato un ossario assai singolare che sembra recare l’immagine più famosa ed antica del primo cristianesimo, Giona ingoiato dalla Balena.

Questa identificazione é rafforzata da una scritta bilingue, greco ed ebraico, che inneggia alla resurrezione.

La presenza di una tomba con reperti di origine cristiana rafforza notevolmente la tesi che anche la Talpiot A, a meno di una decina di metri di distanza, sia di provenienza cristiana e che, quindi, Talpiot sia la tomba di Gesù e della sua famiglia.

Chiaramente anche in questo caso si é avviata una notevole polemica tesa confutare le deduzioni di Charlesworth e Tabor su questo ossario e quindi ad inficiare la provenienza cristiana della Talpiot B.

Arriviamo, quindi, ai giorni nostri e agli studi che riportiamo di seguito, il secondodei quali datato al 2019.

James Tabor sin dall’inizio della sua indagine, suggerì che l’ossario di Giacomo poteva essere il decimo (che però veniva indicato come privo di iscrizione nella reperazione del 1985), o un probabile undicesimo ossario trafugato in passato proprio da questa tomba.

Questa possibilità ha dato avvio ad alcuni studi geologici e chimico-fisici condotti sulla patina dell’Ossario di Giacomo, per sabilire una correlazione con la tomba Talpiot; qui di seguito pubblico la traduzione in italiano dei due più recenti lavori, il secondo dei quali ridsale al 2019 del quale riporto e conclusioni).

Questi due lavori, dimostrano insieme, in maniera praticamente certa, la provenienza dell’ossario di Giacomo dalla Tomba Talpiot e, questo, porta a livello di certezza statistica l’associazione della Tomba di Talpiot a Gesù e ai suoi familiari

Viene da chiedersi in quale altro contesto storico, di fronte ad un numero così elevato di prove concordanti, si dubiterebbe ancora di avere a che fare con la più grande scoperta della Storia del Cristianeismo ed una delle più grandi scoperte archeologiche degli ultimi due millenni, che dimostra la storicità delle vicende narrate nei Vangeli, sebbene dimostri anche che la Resurerzione é un evento della mitologia religiosa cristiana, ma questo, ovviamente, per uno storico che é prima di tutto uomo di scienza, é un fatto che non dovrebbe necessitare di dimostrazione.

Il collegamento tra l’Ossario di Giacomo e gli ossari della Tomba Talpiot

[Traduzione di un articolo dal titolo “The Connection of the James Ossuary to the Talpiot (Jesus Family Tomb) Ossuarie” a cura di A. Rosenfeld Indagine geologica di Israele, Gerusalemme, Israele; C. Pellegrino Time Gate, Inc., Long Beach, New York; HR Feldman The Anna Ruth and Mark Hasten School, Touro College, Division of Paleontology, NY American Museum of Natural History, New York; WEK Krumbein Dipartimento di Geomicrobiologia, ICBM, Carl von Ossietzky Universitaet, Oldenburg, Germania]

Articolo originario disponibile a questo link pubblicato sulla rivista Geoarchaeology of Israel il 26 Novembre 2019


L’indicazione più importante che l’iscrizione “Giacomo figlio di Giuseppe fratello di di Gesù” è autentica è la patina beige in graduale accrescimento che si ritrova all’interno delle lettere, (Rosenfeld e Feldman, 2008; Rosenfeld et al., in stampa). La patina può essere osservata sulla superficie dell’ossario e prosegue nella incisione. La patina dell’ossario è, inoltre, composta dai seguenti minerali: apatite (fosfato di calcio), whewellite (ossalato di calcio idrato), weddelite (ossalato di calcio) e quarzo (biossido di silicio) (Krumbein, 2005; cfr.Ilani et al., 2008).

Questi minerali e la vaiolatura circolare all’interno dei sottili strati della patina da beige a grigia sono stati trovati sul superficie dell’ossario e, soprattutto, all’interno delle lettere dell’iscrizione. Essi indicano una attività biologica e sono il prodotto di una attività geo-biologica aerea e/o subaerea che copre tutte le superfici dell’ossario (Krumbein, 2005; Ganor, 2009; Rosenfeldet. al., in stampa).

La presenza di funghi microcoloniali simili a lieviti neri a lunga vita provoca l’alterazione e l’erosione biologica delle superfici rocciose e minerali (patinatura) ed è indicativo di una crescita lenta nel corso di molti anni. Ulteriori criteri archeometrici che indicano l’autenticità dell’iscrizione all’ossario di Giacomo è discussa in Rosenfeld et al., (opera cit.).
Nel 1980 fu portata alla luce una tomba funeraria a Talpiot, in Gerusalemme est, contenente 10 ossari, 6 dei quali recano iscrizioni con i nomi di Yeshua bar (figlio di) Yehosef, Mariya, Mariamne (conosciuta anche come) Mara, Yose, Yehuda bar (figlio di) Yeshua e Mattya (Matteo) che sono coerenti con quelli del Nuovo Testamento, ma erano anche comunemente usati durante il I secolo d.C. (Kloner, 1996; Tabor 2006).

La Tomba Talpiot (tomba della famiglia di Gesù; JFT ) ha 6 nicchie (Kloner, 1996). Il Gol (pietra rotolante) che serviva per sigillare la tomba non è stata trovata. Le nicchie (2 orientali, 2 occidentali e uno a nord-est;
“kochim”) contenevano i 10 ossari.

A nord-ovest la nicchia lunga 2 metri era priva di ossari quando fu scoperta nel 1980.

Quando fu esplorata per la prima volta un metro di terreno dal pavimento della grotta ricopriva gli ossarie e fu rimosso durante lo scavo..
Pellegrino (articolo in corso di stampa) ha esaminato campioni provenienti da 14 grotte nell’area di Gerusalemme (compresa la grotta di Talpiot) e ha scoperto che ciascuna delle patine sviluppa la propria firma chimica.

Ha basato la sua analisi su 14 elementi separati “impronte digitali di patina”.

Non ci sono due grotte con patina che mostri la stessa distribuzione elementare. Questi “impronte digitali” quantitative elementari sono coerenti con la patina degli ossari che si trovano in ciascuna grotta. In altre parole, ogni ossario può essere abbinato alla grotta in cui è stato sepolto.

Anche le grotte vicine l’una all’altra, all’interno della stessa formazione rocciosa, esibiscono patine con differenti impronte elementari.

Questo rende più facile abbinare gli ossari alla grotta che li ospitava ed è un potente strumento per collegare manufatti di provenienza ignota, alla loro grotta di origine.

Questa osservazione preliminare dovrebbe essere approfondita al fine di avere una firma geochimica di probabilità più chiara sugli strati di patina di altre grotte e ossari.
Tra le 14 grotte funerarie esaminate c’era anche la grotta di Talpiot.

Le patine delle sei pareti e soffitti della tomba Talpiot sono stati campionati il 14 dicembre del 2006 (opera. cit.). Lo spettro elementare dei campioni é stato esaminato mediante SEM-EDS nel Suffolk Crime Lab (NY). Ogni campione è stato analizzato (SEM-EDS) in almeno 3 diverse località.

Le differenze tra le tombe erano facilmente distinguibili dalle impronte digitali elementari. La variabilitá quantittiva degli elementi (impronta della patina) all’interno di una singola tomba (patina muraria, patina del soffitto, patina dell’ossario) erano piccole, del 5% o meno.

Pellegrino (opera cit.) ha anche esaminato le distribuzioni elementari delle patine di 3 ossari rinvenuti nella grotta di Talpiot: “Gesù figlio di Giuseppe” (5 campioni), “Mariamne” (4 campioni) e “Matthew” (3 campioni) (conservati nel magazzino dell’Autorità per le antichità israeliane dal 1980).

Confrontando questi 3 ossari e le impronte chimiche dei loro patine alle pareti e patine del soffitto della tomba di Talpiot sono stati costantemente rilevati gli stessi picchi distintivi (silicio, fosforo, titanio, ferro, alluminio e potassio).

Le patine degli ossari sono uniche e riflettono, lo stesso sviluppo elementare della grotta di Talpiot (opera. cit. figg 1-3), compresa una fase finale della formazione di patina basata su una “terra rossa” agricola che è entrata nella tomba per almeno 200 anni.
La variazione tra tutti i campioni di patina del soffitto delle pareti della tomba di Talpiot e degli ossari era meno del 5%.
La patina dell’ossario Giacomo di provenienza ignota è stata analizzata da tre diversi laboratori: con il metodo SEM-EDS (Rosenfeld e Ilani 2002) presso l’istituto di Indagine in Israele (Pellegrino , opera. cit.). esaminato nel laboratorio criminale di Suffolk a New York e dal prof. Vertolli, del Royal Ontario Museum. I risultati sono risultati coerenti in tutti i laboratori.

Gli elementi caratteristici della patina dell’Ossario di Giacomo sono silicio, fosforo, titanio, ferro, alluminio e potassio. L’unica tomba con le patine degli ossari che le stesse impronte digitali coerenti con la patina dell’ossario “Giacomo” è la Tomba Talpiot.

Il picco di fosforo ha origine dalla dissoluzione delle ossa mentre i picchi di titanio e alluminio possono essere collegati a particelle di argilla e al picco di silicio proviene da granelli di quarzo che derivano dall’esposizione atmosferica a polvere e suolo.

L’Ossario di Giacomo è di dimensioni molto simili all’ossario mancante numero 10 (Kloner 1996). Le misure della larghezza e dell’altezza sono identiche, ma la lunghezza é più corta di 3-4 cm.

Le dimensioni degli ossari in pietra scolpita non sono tipicamente identiche sui lati paralleli; inoltre, di conseguenza, la lunghezza di JO è cambiata tra le misurazioni come conseguenza della rottura e successiva riparazione lungo la sua lunghezza.

Basandosi su simili dimensioni e impronte elementari è possibile concludere che l’Ossario di Giacomo è il 10 ossario mancante della grotta Talpiot (Pellegrino, opera. cit.).

Tuttavia, suggeriamo che l’Ossario di Giacomo potrebbe anche essere l’uncicesimo ossario scomparso.

Il fatto che l’Ossario di Giacomo è stato esposto alle intemperie in modo intensivo e si é incrinato suggerisce che questa grotta é stata violata molto tempo fa e un’altra nicchia adiacente al JFT (probabilmente la nicchia vuota nord-occidentale) con la stessa storia chimica conteneva l’undicesimo ossario.

La grotta di Talpiot avrebbe potuto benissimo essere stata saccheggiata prima di essere scoperta nel 1980 perché esposto agli agenti atmosferici e alla penetrazione del suolo e di acqua per almeno 200 anni, a causa di un crollo parziale (Krumbein, 2005).

La massiccia vaiolatura e le striature, nonché l’intenso disfacimento degli agenti atmosferici presenti nell’Ossario di Giacomo non si trova negli altri 9 ossari.

Solo l’ossario Mattya presenta sporadico pitting; il diametro delle infossature è compreso tra 1-3 m, ma sono molto poco profonde. Nessun ossario della tomba di Talpiot è stato influenzato tanto dalle condizioni climatiche come l’Ossario di Giacomo, che potrebbe essere considerato l’undicesimo ossario.

Il fatto che la patina dell’Ossario di Giacomo mostri le stesse impronte geochimica digitali della Tomba Talpiot e le patine dei suoi ossari è un dato molto importante per stabilise se la tomba é quella della famiglia di Gesù.

Secondo calcoli statistici (Feuerverger, 2008; Kilty and Elliott, 2010), la probabilità che la tomba di Talpiot sia la tomba della famiglia di Gesù è piuttosto alta [secondo Kilty ed Elliott]. L’aggiunta dell’ossario di Giacomo con la iscrizione “Ya’akob Bar Yoseph Akhui d’Yeshua” al gruppo di nomi trovati in questa tomba ha un grande peso statistico, aumenta il valore calcolato ad ad un convincente livello di certezza che si tratti davvero della storica tomba della Sacra Famiglia.

Riferimenti

Feuerverger, A. (2008) Statistical analysis of an archaeological find. Annals of Applied Statistics (Ann. Appl. Stat.), 2:3-54.

Ganor E., Kronfeld J., Feldman H.R., Rosenfeld A., Ilani S. (2009) Environmental dust: A tool to study the patina of ancient artifacts Journal of Arid Environments 73, 1170–1176
Ilani, S., Rosenfeld, A., Feldman, H. R., Krumbein, and W. E. K., Kronfeld, J. 2008, Archaeometric analysis of the Jehoash Inscription tablet, Journal of Archaeological Science, 35, 2966-2972.
Kilty, K. and Elliott, M. 2010, Talpiot Dethroned. http://www.bibleinterp.com/articles/talpiot357921.shtml
Kloner, A. 1996. A tomb with inscribed ossuaries in east Talpiyot, Jerusalem. Atiquot (Jerusalem), 29:15-22.
Krumbein, Wolfgang E. 2005. Preliminary Report: External Expert Opinion on Three Stone Items, n.p. Biblical Archaeology Review “Finds or Fakes” Biblical Archaeology Society web-site.
Pellegrino, C. (in stampa). Methods paper: the potential role of patina history in discerning the removal of specific artifacts from specific tombs. in: (Ed.) Charlesworth, J. H., proceedings of the Third Princeton Symposium On Judaism and Christian Origins. “Jewish Views of the After Life and Burial Practices in Second Temple Judaism, Evaluating the Talpiot Tomb in Context.” Jan 13-16, 2008 in Mishkenot Sha‟ananim, Jerusalem.
Rosenfeld, A. and S. Ilani. 2002. SEM-EDS analyses of patina samples from an ossuary of “Ya‟akov son of Yossef brother of Yeshua.” Biblical Archaeology Review, 28(6):29.

Rosenfeld, A. and Feldman, H.R,. 2008. Archaeometric overview of the Jehoash Inscription and James Ossuary. In (Ed.) Shanks, H., Jerusalem Forgery Conference, 16-18 january, 2007. Biblical Archaeology Society, Special Report. Pp. 30-41.
Rosenfeld, A., Feldman, H.R. and Krumbein, W.E.K. (in stampa) On The Authenticity of the James Ossuary and its Possible Link to the Jesus Family Tomb. in: (Ed.) Charlesworth, J. H., proceedings of the Third Princeton Symposium On Judaism and Christian Origins. “Jewish Views of the After Life and Burial
Practices in Second Temple Judaism, Evaluating the Talpiot Tomb in Context.” Jan 13-16, 2008 in Mishkenot Sha‟ananim, Jerusalem.
Tabor, J. 2006. Testing a hypothesis. Near Eastern Archaeology. 69:132-136

La geochimica dei campioni di sedimenti intrusivi del 1 ° d.C estratti dall’Ossario di Giacomo e la Tomba di Talpiot in Gerusalemme

[Conclusioni estratte dall articolo”The Geochemistry of Intrusive Sediment Sampled from the 1St Century CE Inscribed Ossuaries of James and the Talpiot Tomb, Jerusalem” a cura di Aryeh E. Shimron, Moshe Shirav, Kevin T. KiltyZ, Ludwik Haliczl, Rolf B. Pedersen, Harald Furnes pubblicato sulla rivista Archaeological Discovery, 2020, 8, 92-115 disponibile aa questo link]

Rispetto ai nostri obiettivi dichiarati concludiamo quanto segue: in primo luogo, la chimica dei materiali inorganici (per lo più suoli) che furono scaricati nella tomba di Talpiot e contenuta negli ossari é diversa da quella di altri ossari rimossi dalle tombe nell’area di Gerusalemme.

In secondo luogo, avendo la prova della diversità chimica di questi suoli, abbiamo dimostrato in diversi modi – analisi fattoriale, analisi di verosimiglianza dei saggi degli principali, analisi isotopica e attraverso l’analisi chimica per scattering – una notevole somiglianza tra la chimica dell’ossario di Giacomo e quella del gruppo della tomba di Talpiot. Una conclusione ovvia è che l’ossario di Giacomo è, probabilmente, appartenente al gruppo di quelli di Talpiot.

Tuttavia, essendo consapevoli della controversia che circonda questa tomba, dobbiamo analizzare altre possibili cause per questa somiglianza. Ne vengono in mente due, che possiamo facilmente affrontare.

L’ossario di Giacomo potrebbe aver ottenuto la sua chimica nel cortile del commerciante di antichità, o addirittura nella casa del collezionista di antichità, e questa chimica è, solo per un caso, simile a quella della tomba di Talpiot.

Non abbiamo dati a lungo termine sulla chimica delle polveri sospese nell’aria nell’area di Gerusalemme , ma abbiamo analizzato un campione di tali polveri raccolto da uno di nostri collaboratori (AES) dopo una grave tempesta di polvere che ha colpito il paese nel settembre 2015 . Abbiamo scoperto che questa polvere, nata dall’aria nel deserto, è arricchita in Si, Al, K, Fe e Mg e molto impoverita in Ca rispetto a quella della tomba di Talpiot, dell’ossario di Giacomo, di tutti gli altri ossari e della maggior parte dei terreni di Gerusalemme in generale.

Sebbene mostri una certa somiglianza chimica con il terreno ricco di selce silicica della tomba del Patio, non ha alcuna somiglianza con la chimica della tomba di Talpiot, o con qualsiasi terreno dell’area di Gerusalemme.

Un’altra possibile spiegazione è che l’ossario di Giacomo appartiene, in realtà ad un gruppo degli ossari casuali, e rappresenta semplicemente un’anomalia nella loro chimica tipica.

Mettere alla prova questa possibilità è stata la nostra metodologia per l’analisi di verosimiglianza di cui sopra.

Affinché questa spiegazione sia valida, non è necessario solo lo stato di anomalia per l’ossario di Giacomo, ma che si verifichi che sia mappata nell’interno del gruppo di ossari di Talpiot. Il rapporto di verosimiglianza argomenta fortemente contro un tale evento casuale.

Una terza possibile spiegazione è più difficile da affrontare. Si potrebbe ipotizzare che l’ossario di Giacomo provenisse da una tomba ancora non considerata con un ambiente disturbato, cioè una tomba violata con terreni diluiti con marna dalla collina di Talpiot. Non conosciamo nessun’altra tomba simile tranne il Talpiot, ma la possibilità di una tale alternativa solo il tempo lo ce lo dirà.
Infine, abbiamo dimostrato che analisi chimiche dettagliate dei terreni campionati dagli ossari possono, entro certi limiti, essere utili a determinare la provenienza di tali manufatti.

Le nostre conclusioni sono rese possibili, qui, dalla coalescenza incidentale di un certo numero di fenomeni geologici:

1) la geochimica delle fodamento in gesso delle rocce di Gerusalemem Est

2) un potente terremoto che scosse la regione nell’antichità;

3) la generazione di faglie tettoniche una dei quali ha causato l’allagamento e la sepoltura con il terreno della tomba di Talpiot e degli ossari in essa contenuti.

È notevole che l’ossario di Giacomo, che deve aver seguito un percorso evolutivo diverso per gli ultimi 30 anni della sua esistenza, nonostante la notevole contaminazione in esso con frammenti metallici, manifesta ancora una firma geochimica unica coerente con la chimica di altri ossari tombali di Talpiot.

About Sabato Scala 85 Articles
Sabato Scala, Ingegnere elettronico e ricercatore indipendente, ha elaborato e sperimentato nuove teorie e modelli matematici nei campi della Fisica dell’Elettromagnetismo, delle Teorie dell’Unificazione, dei modelli di simulazione neurale. In quest’ultimo ambito ha condotto ricerche e proposto una personale teoria dei processi cognitivi e immaginativi suggerendo, sulla base della teoria di Fisico tedesco Burkhard Heim e del paradigma olografico prima, e della fisica del vuoto superfluido negli ultimi anni, la possibilità di adozione del suo nuovo modello neurale per la rappresentazione di qualunque processo fisico classico o quantistico