Debora: una donna ebrea leader e la sua presenza nei mosaici di Huquoq: una metafora gnostica?

Una donna ebrea di potere: guerriero, giudice, profetessa e cantore

Il personaggio

Esiste un caso pressocchè unico nella Bibbia, quello di Debora, unica donna giudice nel testo sacro.

Debora viene presentata come donna di estrema intelligenza che eccelleva in molteplici compiti tipicamente maschili. 1 Fu profeta, 2 giudice, capo militare e cantore (Giudici 4–5).

Mentre Sisera dorme, Jaelpianta un picchetto nelle sue tempie – dipinto del 1620, opera dell’artista rinascimentale italiana Artemisia Gentileschi

Unica donna che ricoprì il ruolo di giudice , Debora esercitava il suo ruolo di giudice in un luogo particolarmente simbolico, “sedeva sotto la palma… e i figli d’Israele salivano a lei per le controversie giudiziarie” (Giudici 4:5). 

La Bibbia ne esalta il carattere morale esemplare che le procurò grande rispetto e affetto del popolo. Ricoprì insieme, al ruolo di giudice, quello di profeta, leader nazionale e comandante militare come Mosè prima di lei 3 e David dopo.

Apparteneva alla tribù di Efraim (4:5) e fu guida di Israele per 60 anni nel XII secolo d.C. 4 . Nei primi venti dovette affrontare un periodo turbolento durante la guerra cananea, cui seguirono 40 anni di pace. Probabilmente, Debora fu prima riconosciuta come profetaessa, successivamente come giudice/leader, e, infine, assunse il riodlo di comandante militare (5:15), e cantore. La scelta di giudicare sotto una palma, sostiene la tradizione rabbinica, confermava simbolicamente la sua equità di giudizio. 5 Approfondiremo più avanti in questo lavoro, il valore simbolico della sua scelta.

Debora nel libro dei Giudici

La sua figura viene presentata nel libro dei Giudici, senza eccessivo clamore. Non vengono registrati disordini e ribellioni verso la sua leadership che, evidentemente, le fu riconosciuta, nonostante il suo essere donna, per carisma e doti. 6 . Il suo nome, in ebraco, significa “ape”.

I due capitoli 4 e 5 del libro dei Giudici iniziano con la disobbedienza di Israele, proseguono con la guerra ai Cananei e si concludono con il risultato vittorioso cui, come detto, seguono per 40 anni di pace (5:31). Detto in altro modo, il popolo peccò, imparò dalle difficoltà, si pentì e gridò al Signore. Il Signore rispose con un piano di liberazione.

La guerra si svolse in tre distinte regioni: il campo di battaglia iniziale fu il monte Tabor e la valle di Jezreel (4:12); poi il Tanaach (5:19);  e infine le porte di Hatsor e di altre città cananee. (4:23; 5:11 d).

I capitoli 4 e 5 forniscono un ritratto dei personaggi coinvolti nella guerra7

Gli uomini coinvolti sono:

  • Barak, che, al comando di Debora, diventa generale di Israele; e scende in campo al suo fianco; Debora a lui profetizzò dicendo: «il Signore porrà Sisera nelle mani di una donna» (4,8-9)
  • Jabin, re di Canaan che risiedeva ad Hazor (4:2)
  • Sisera, il generale di Jabin, che era certo della vittoria grazie alla superiorità del suo armamento, disponeva, infatti, di circa 900 carri di ferro (4:2–3)
  • Efraim, Beniamino, Issacar e gli uomini di Machir che presero il comando sulle truppe delle tribù di Neftali e di Zabulon che marciarono al fianco di Barak e Debora (5:14–15)
  • Invece le tribù di Ruben, Dan e Aser e gli uomini di Galaad (5:15–17) che vengono ridicolizzati e rimproverati per non aver ascoltato l’appello alla Guerra Santa

Le donne coinvolte, oltre a Deborah, includono:

  • Jael (Giaele) la Kenita, che invita il generale Sisera in fuga, nella sua tenda e lo uccide (4:17–22; 5:24–27)
  • La madre di Sisera, che attende con ansia il ritorno del figlio (5,28)
  • Le dame della corte che credendo che i cananei sarebbero tornati vittoriosi, interpetrarono il ritardo come dovuto alla divisione del bottino di guerra e delle donne del popolo conquistato (5:29–30)

Altri uomini citati nel testo, ma marginali, sono:

  • Lappidoth, marito di Debora (4:4) 8
  • Heber il Kenita, marito di Jael (4:11); secondo la tradizione, i Keniti discendevano da Jethro, suocero di Mosè 9

Il mandato di Debora inizia con il giudizio del Signore contro Israele. Poiché gli israeliti erano colpevoli agli occhi del Signore, il Signore li punì gettandoli nelle mani di Jabin, re di Canaan (4:1–2). 

Gli ebre furono confinati sulle cime sterili di alcune colline e fu negato loro l’accesso alle vie commerciali provocando pesanti conseguenze economiche, per loro, sotto il regno dei cananei (5:6).

Per fronteggiare la situazione di degraro Debora chiamò Barak da Kadesh dalla tribù di Neftali e gli disse che il Signore le aveva parlato e, garantendogli la vittoria, gli comandò di posizionarsi sul monte Tabor e di portare 10.000 persone dalle tribù di Neftali e Zabulon (4:5–6) dicendo:: “Trascinerò fuori Sisera, il generale dell’esercito di Jabin, per incontrarti presso il Wadi Kishon con i suoi carri e le sue truppe; lì lo consegnerò nelle tue mani” (4,6-7).

Il capitolo 4 prosegue narrando del generale Sisera che, condusse i suoi carri al Wadi Kishon (4:12–13). Ma mantenendo la parola data, il Signore gettò nel panico Sisera e le sue forze (4,15). Sisera, visto che la battaglia si stava volgendo a sfavore dei Cananei, fuggì a piedi ed esausto, arrivando alla tenda di Jael. La donna lo ospitò offrendogli del latte e lo nasconse con un tappeto.

Ma, mentre Sisera dormiva, Jael (Giaele) le si avvicinò in silenzio e gli piantò un picchetto della sua tenda, nella tempia.E’ stato notato come questo assassinio incorpora simbolicamente molteplici immagini erotiche. 10

Nel successivo capitolo, il quinto, viene riportato il Cantico con cui Debora celebrò la vittoria 11.  La ballata racconta una storia avvincente, ricca di dettagli. Il cato esalta la concordia tra le tribù che portòalla vittoria e da merito a coloro che si unirono nella battaglia sotto il comando di Deborah e Barak. 12 Con questo cantico tutti furono invitati a mantenere un servizio continuo e, in questo modo, venne consolidata la leadership della donna. 13

Il cantico é considerato uno dei brani più antichi della poesia ebraica, 14 e si colloca nella tradizione israelita che usava commemorare la vittoria con il canto, in precedenza, ad esempio, sia Mosè che Miriam, celebrarono l’attraversamento del Mar di Canne con canti commemorativi (Esodo 15:1–21). Il cantico di Debora contiene numerse parole ebraiche ormai desuete e questo ha prodotto varie traduzioni.

Debora si definisce madre in Israele (5:7). Probabilmente una delle più alte designazioni nelle scritture che ne indica la grande autorità. 15 Secoli dopo, la saggia Abele Beth Maaca descriverà la sua città con la stessa frase in una conversazione con il capo militare Joab durante una pausa di una guerra civile (2 Samuele 20:19). 

Nelle parole conclusive de cantico di Debora viene giustificato il gesto di Jael (Giaele), ed ella viene indicata come “beatissima tra le donne” (Giudici 5:24), una designazione simili a quella attribuita a Maria, madre di Gesù (Luca 2:26–28, 42), o a  Giuditta, eroina del libro apocrifo di Giuditta che decapitò Oloferne, un generale assiro e salvò il suo popolo (Giuditta 13:23– 25). Nel cantco Debora prega affinché tutti i nemici del Signore condividano la sorte di Sisera e muoiano allo stesso modo (Giudici 5:31).

La funzione di Debora nella storia di Israele

La guerra di Deborah ha cambiato la storia e ha infranto i sogni di Sisera quando il Signore ha fatto affondare i suoi carri nel fango mandando la pioggia (5:4, 21). Egli contava su i suoi 900 carri per sconfiggere l’Egitto e diventare, in questo modo, una potenza mondiale, ma la guerra di Debora e la sua vittoria spinse i cananei fuori dalla storia. Dopo la sconfitta dei cananei, gli israeliti potettero trasferirsi in valli fertili e poterono riprendere a vendere le loro mercanzie lungo le principali strade di comunicazione (5:7). 

Se vi fu un errore commesso dagli israeliti e non essersi impossessati della tecnologia e la perizia dei caanei nella fusione del ferro con il quale avevano costruito i loro carri, che avrebbe offerto loro un notevole vantaggio in battaglia consentendo loro di mettersi alla pari delle nazioni vicine che eccellevano nella fusione del materiale. Il giudice Gedeone si giovò delle fondamenta militari stabilite da Debora e guidò, in seguito, le tribù Zabulon e Neftali contro i Madianiti e gli Amalechiti (6:33-35). 

Va anche ricordato che, secondo la tradizione rabbinica, Debora scrisse il Salmo 68 16 che presenta notevoli somiglianse somiglia con Giudici 5. 17

Secondo un’altra tradizione rabbinica, i discendenti di Sisera, il comandante cananeo il cui destino fu profetizzato da Debora e compiuto per mano di Jael, divennero istruttori dei figli degli israeliti in Gerusalemme. 18 Se quella tradizione è vera, allora mostra uno dei grandi temi della Scrittura, il giudizio di Debora iniziò con il peccato degli israeliti, ma la sua eredità, nel tempo, includese l’opera di redenzione di Dio nella vita dei discendenti del nemico di Israele.

Debora nei mosaici di Huqoq

Il comandante israelita Barak raffigurato nel mosaico della sinagoga Huqoq. 

Nel corso della sessione di scavi nello straordinario sito di Huqoq (vedi precedente articolo con l’analisi completa) che hanno già restituito uno dei più splendidi cicli musivi in una sinagoga della antica Giudea, é stata scoperta della prima rappresentazione conosciuta del giudice Debora. 

La scoperta operata dal team guidato da archeologi dell’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill , ha portato allla luce la raffigurazionedella donna, in una sezione dell’ampio mosaico della sinagoga Huqoq divisa in tre parti. Il mosaico raffigura la vittoria degli israeliti sul generale cananeo Sisera (Giudici 4), in cui la donna chenita Jael uccide Sisera conficcandogli nella testa, un picchetto.

Debora, Jael e l’uccisione di Sisera nel mosaico di Huquoq

Il mosaico di Huqoq, che copre l’intero pavimento di un’antica sinagoga galileiana, risale alla fine del IV o agli inizi del V secolo d.C. A partire dalla loro scoperta, i mosaici di Huquoq hanno rivelato diverse rappresentazioni uniche nella storia dell’antica arte ebraica, inclusa la prima scena non biblica tratta dagli apocrifi (la rivolta dei Maccabei e le tradizioni del martirio e dei miracoli celebrati nella festa ebraica di Hanukkah) nell’arte sinagogale. 

Più in dettaglio le scene scoperte a Huquoq hanno fornito agli archeologi l’unica rappresentazione conosciuta del giudice Debora e di Jael, l’eroina kenita della storia descritta nel libro dei Gudici, infatti raffigurazioni di donne nei mosaici delle sinagoghe sono occasionali e sporadiche, e ancor più rare sono , le rappresentazioni di storie bibliche con eroi femminili come Debora e Jael .

La scena é disposa secondo da tre registri orizzontali, che compongono narrazione di quanto descritto in Giudici 4.

  • Il registro superiore raffigura Debora sotto una palma mentre guarda il generale israelita Barak, munito di scudo. 
  • Il registro centrale mostra Sisera, il generale cananeo. 
  • Il registro inferiore raffigura Sisera sdraiato a terra, sanguinante dalla testa, mentre Jael gli ichioda un picchetto della tenda attraverso le tempie. 

Guardando il Libro di Giosuè nel capitolo 19, possiamo comprendere perchè la storia può aver avuto una risonanza speciale per la comunità ebraica di Huqoq, infatti é ambientata nella stessa regione geografica: il territorio delle tribù di Neftali e Zebulon, come notato da Jodi Magness, direttrice dell’Huqoq Excavation Project .

Il mosaico Huqoq raffigura molte altre scene del Libro dei Giudici, tra cui Sansone e le volpi (Giudici 15:4) e Sansone che porta sulle spalle la porta di Gaza (Giudici 16:3). Non è ancora chiaro se vi sia una relazione voluta tra le scene di Debora il giudice, e quelle di Sansone.

Un’altra sezione del mosaico di Huqoq, recentemente scoperta, presenta un’iscrizione dedicatoria frammentaria (in ebraico) riportata all’interno di una corona, fiancheggiata da pannelli allungati. I pannelli mostrano due vasi che contengono viti che germogliano. Le viti formano medaglioni che incorniciano quattro animali – una lepre, una volpe, un leopardo e un cinghiale – che mangiano grappoli d’uva.

Mosaico raffigurante una volpe che mangia uva nell’antica sinagoga di Huqoq. 

Analisi del significato simbolico del pannello di Debora e Jael nel mosaico di Huquoq

Il nome Debora ed il significato delle api nella Torah e nella Midrash

Come anticipato, il nome Debora deriva dal termine ebraico devorah col significato di “ape” ed è il nome, oltre che di Debora, di un’altra grande donna della Bibbia la matriarca Rebecca . 

Quale é il significato simbolico dell’ape che colpiva l’immaginario degli ebrei che sceglievano di dare questo nome alle loro figlie?

Il Midrash 19 paragona le api al popolo ebraico e alla Torah  in diversi modi;

  1. Proprio come le api sciamano dietro la Regina loro capo, 20 così anche i Giudei seguono saggi e profeti che li istruiscono e li guidano.
  2. Proprio come la puntura dell’ape è dolorosa mentre il suo miele è dolce, così la Torah porta amarezza per coloro che non seguono le sue vie e vita dolce per coloro che la seguono.
  3. Proprio come la natura di un’ape è raccogliere polline e nettare per gli altri, 21 così gli ebrei si adoperano per raccogliere gli insegnamenti della Torah e della mitzvah , non per il nostro o loro beneficio, ma per dare piacere al Signore.
  4. Allo stesso tempo, scrive il rabbino Maharsha 22, il fatto che devorah sia anche il nome di un umile insetto serve a ricordare l’importanza di rimanere sempre umili

Confronto tra Debora l’ape e Sansone a il calabrone

Se Debora é collegabile all’ape, Sansone, anch’egli raffigurato nel mosaico, può essere collegato al calabrone, poichè provene dalla città di Tzorah, che significa, appunto, “calabrone” (Gdc 13,2). Nell’ottica della lettura possibile del mosaico di Huquoq, ed in mancanza di precedenti, possiamo provare ad analizzare le due figure partendo dal loro valore simbolico ed al collegamento etimologico ai due insetti.

Notiamo che nel mosaico Sansone è arrabbiato e aggressivo. 

Sansone nel mosaico di huquoq

Sansone ultimo dei giudici, come il calabrone, é particolarmente suscettibile: attacca e uccide ogni volta che avverte una minaccia. E’ abituato ad irrompere con violenza negli alveari con una mano per rubarne il miele (Gdc 14:9). 

Con suo approccio violento ed egocentrico, opposto a quello di Debora che cerca e trova collaborazione e rispetto, e che coordina il lavoro e la guerra coinvolgendo trubù diverse, Sansone non ha alcuna possibilità di mantenere la pace per 40 anni come operato da Debora.

Deborah, invece, come un’ape, usa il suo pungiglione solo per difendersi e guida il suo popolo come un corpo unico in guerra che non é mai offensiva, ma difensiva. 

Sotto la guida di Debora tutti partecipano alle guerra e colpiscono rapidamente e brutalmente, ma il risultato di questa determinazione e durezza sono 40 anni di pace (Gdc 5,31). L’impronta di Deborah consente aggiunge valore alla sua comunità, come un’ape produce il miele dal polline oltre che difendere il suo nido solo quando viene attaccato.

Il significato della palma

Anche la scelta dell’albero sotto il quale Debora decide di praticare la giustizia, la palma, ha un forte valore simbolico.

Il termine ebraico per la palma é “tomer, tamar” che significa libertà, giustizia, ricompensa, risurrezione, vittoria.  Il Ramo di Palma rappresenta, invece, il triofo, la vittoria e la pace .

Nei salmi si ricorda il suo signiricato di eternità, “Anche nella vecchiaia produrranno ancora frutto ; rimarranno vitali e verdi”. Salmo 92:14

Ulteriore significato del termine “tamar” é quello di “pilastro”, l’immagine della palma da datteri è stata trovata come ornamento su ceramiche da scoperte datate 1800 a.C, costituisce, inoltre un simbolo di bellezza e rettitudine, di buon auspicio per il ritorno da un viaggio. 

Ma, probabilmente, il significato più rilevante della a palma da datteri é il suo essere eblema stesso della provincia di Giudea, sia per gli ebrei che per i romani, e ne rappresenta cultura e identità. Poiché la foglia di palma rappresenta anche il paradiso, è stata, probabilmente, ripresa, incorporata e modificata a partire dal 200 d.C. nel simbolo di due archi intersecanti, nell'”ICHTHYS”, il pesce, simbolo dei primi cristiani.

Un dettaglio del mosaico Elim nella sinagoga di Huqoq

Il significato della Palma nella simbologia di Debora potrebbe tornare in una ulteriore sezione del mosaico di Huquod che riportiamo come viene descritta dall’archeologo Magness “Il mosaico è diviso in tre strisce orizzontali, o registri. Vediamo grappoli di datteri raccolti da lavoratori agricoli di sesso maschile che indossano perizomi e che fanno scivolare i datteri lungo le corde tenute da altri uomini. Il registro centrale mostra una fila di pozzi alternati a palme da dattero. Sul lato sinistro del pannello, un uomo con una corta tunica porta una brocca d’acqua, entra dalla porta ad arco di una città fiancheggiata da torri merlate. Un’iscrizione sopra il cancello recita: “E vennero da Elim”. 

Elim é il territorio, il cui nome deriva, probabilmente, da El, e quindi indica un collegamento con il divino e, forse, anche al termine Elohim (dei), ricordato in Esodo 15:27 e in Numeri 33-9 nella parte più remota del deserto dove il nascente popolo di Israele condotto da Mosè, potè trovare ristoro grazie ad una oasi nella quale “c’erano dodici pozzi d’acqua e settanta palme da dattero”. Questa oasi, che richiama la Terra di Dio e il Paradiso, potrebbe essere un ponte simbolico associato alla figura di Debora e Sansone ad indicare l’approdo finale degli uomini che si cibano dal prodotto delle api e agiscono imitando la Sagezza e la determinazione di Debora, insieme alla sua capacità di unire le forze e mettere la sua azione a servizio di un obiettivo comune e del Popolo, anzicchè a servizio della propria glorificazione (il calabrone Sansone).

Lettura simbolica gnostica della vicenda di Deborah

Il carico simbolico della vicenda di Debora e la potenza di una figura femminile unica nella storia ebraica come lei, avrebbe dovuto ispirare più di una riflessione simbolica e metaforica della gnosi, ma nonostante i nostri sforzi, sebbene il miele appaia ovunque come metafora della sagezza, assai spesso collegata proprio alle api e al loro lavoro, negli scritti gnostici di Nag Hammadi e nei riferimenti della patristica non ne abbiamo trovato traccia. Nonostante questo, la vicenda di Debora e la sua rappresentazione nel mosaico, specie se comparata alla figura di Sansone, ai 4 animali che divorano uva posizionati agli ancoli del pannello che abbiamo descritto e alla immagine della oasi di Elim, a mio avviso impongono una lettura gnostica.

In primo luogo é evidente che Debora rappresenta una perfetta metafora della Gnosi trasferita attraverso la Sophia. Debora é una profetessa, e per questo ha un contatto diretto con il divino dal quale attinge la sagezza che ella usa per giudicare con equilibrio ai piedi di una pianta, la Palma, albero che ricorda sia quella adoperata per festeggiare l’ingresso di Gesù a Gerusalemme e quindi la sua regalità, sia l’albero della Vita che egli rappresenta e che é uno dei significati che possiamo ricavare dalla etimologia ebraica del termine “palma” come visto in precedenza.

Inoltre, come la Maddalena, immagine della Sophia, Debora é immagine della Gnosi applicata per governare ed organizzare il nuovo popolo giudeocristiano secondo i canoni della Gnosi stessa.

Debora, inoltre, era anche cantrice e quindi ella padroneggiava l’arte della ispirazione divina attraverso l’armonia del canto. La sua Sagezza e il suo equilibrio armonico simbolegano chi si sa cibare della Gnosi nel modo corretto e guardando all’interesse comune del suo popolo, in contrasto con Sansone che, invece, ricorda gli animali predatori nel mosaico, la lebre, la volpe, il leopardo e il cinghiale, che divorano l’uva, frutto dell’albero della Vita, senza produrre nulla e distruggendo la vite e i tralci.

Non sappiamo se questa sia una lettura corretta, ma attendiamo i rapporti di scavo e soprattutto, immagini e mappe più precise della dislocazione delle varie immagini per arricchire e verificare questa proposta interpretativa.

Note

1. Branch 2002, pag. 134.

2. Rabbinic tradition lists seven prophetesses: Sarah, Miriam, Deborah, Hannah, Abigail, Huldah, and Esther (Meg. 14a) (“Deborah,” p. 489).

3. Herzberg 2013, pp. 15–16. Herzberg nota il dono profetico di Mosè e Debora e le somiglianze tra l’attraversamento del Mare di Canne e la Guerra di Debora; di conseguenza sostiene che Debora fosse vista come “il Mosè del suo tempo” (2015, p. 33).

4. Zucker e Reiss 2015, pag. 32.

5. “Deborah”, p. 490.

6. Nielson 2018, pagg. 78–79. Sia gli uomini che le donne sono fatti a immagine di Dio.

7. Boda (2012, p. 1137) osserva che il successo di Israele e il fallimento dei cananei sono direttamente collegati alla loro relazione con Yahweh.

8. “Moglie di Lappidoth” potrebbe anche essere tradotta “donna di fiaccole” o “donna di fiamma”; la tradizione rabbinica rileva che Debora era “una grande luce in Israele” (“Deborah”, p. 489).

9. “Sisera”, p. 397.

10. Ackerman 1998, pagg. 59–61.

11. Haddox 2013, pag. 79.

12. Kroll 2006, pp. 34–35.

13. Nielson 2018, pag. 85.

14. Branch 2002, pag. 134.

15. Mayers 2000, pag. 332.

16. Filiale 2002, pag. 135.

17. Wright 2011, pagg. 529–531.

18. “Sisera”, p. 398. Git 57b.

19. Devarim Rabbah 1:6.

20. In alternativa, la leadership menzionata nel Midrash potrebbe essere un riferimento all’ape regina in ogni alveare.

21. Questo è un riferimento al lavoro delle api per conto della colonia nel suo insieme, o al fatto che raccoglie anche se sa che i proprietari dell’alveare raccoglieranno il miele.

21. Vedi Talmud, Megillah 14b e Maharsha ad loc.

22. R. Shmuel Eliezer Eidels, 1555-1631, author of a commentary on the Talmud

Bibliografia

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Riferimenti esterni

I mosaici di Huqoq una sinagoga gnostico-giudeocristiana?

Debora nella bibbia

Identificato il giudice Debora nei mosaici di Huqoq

Il nome giudaico di Debora

Splendidi mosaici biblici di 1.600 anni trovati in un antico villaggio galileiano

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Sabato Scala, Ingegnere elettronico e ricercatore indipendente, ha elaborato e sperimentato nuove teorie e modelli matematici nei campi della Fisica dell’Elettromagnetismo, delle Teorie dell’Unificazione, dei modelli di simulazione neurale. In quest’ultimo ambito ha condotto ricerche e proposto una personale teoria dei processi cognitivi e immaginativi suggerendo, sulla base della teoria di Fisico tedesco Burkhard Heim e del paradigma olografico prima, e della fisica del vuoto superfluido negli ultimi anni, la possibilità di adozione del suo nuovo modello neurale per la rappresentazione di qualunque processo fisico classico o quantistico